Giovane, con un livello di istruzione abbastanza alto e proveniente dal Centro e Sud Italia. È questo l’identikit del migrante sanitario, il paziente con tumore che cambia regione per farsi curare. A definirne le caratteristiche è un recente rapporto di Crea Sanità promosso dal gruppo “La salute un bene da difendere, un diritto da promuovere”, che ha analizzato la mobilità sanitaria oncologica nel 2018, stabilendo che l’8,5% delle persone che hanno un tumore sceglie di farsi curare al di fuori dei confini regionali.

Questa percentuale non considera la cosiddetta mobilità di prossimità, ovvero quegli spostamenti che, pur oltrepassando un confine regionale, non superano i 100 km.

Le regioni maggiormente penalizzate dalla migrazione sanitaria sono Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Lazio, mentre quelle più attrattive sono Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Veneto e lo stesso Lazio.