La chetosi, o acetonemia, è uno stato metabolico caratterizzato da elevati livelli di corpi chetonici nel sangue o nelle urine.

La chetosi è una reazione fisiologica che avviene in situazioni di bassa disponibilità di glucosio, ad esempio nelle diete a basso contenuto di carboidrati (low-carb) o digiuni, e fornisce una fonte di energia aggiuntiva sotto forma di chetoni.

Questi corpi chetonici possono fungere da fonti energetiche, ma anche da molecole segnale.

La chetosi costituisce un trattamento consolidato per l’epilessia, e si è rivelata efficace anche nel trattamento del diabete di tipo 2.

Attualmente sono in corso ricerche sui possibili effetti positivi della chetosi per quanto riguarda patologie neurologiche, sindrome metabolica, cancro e altre condizioni.

Neonati e donne in gravidanza o che allattano, sono i gruppi che sviluppano chetosi fisiologica con particolare rapidità in condizioni di sfide energetiche come digiuni o malattie. In questo caso la chetosi può, seppure raramente, degradare in chetoacidosi nell’instaurarsi della patologie primaria.

La propensione per la produzione di chetoni nei neonati è dovuta alla loro dieta a base di latte materno ad alto contenuto di grassi, a un sistema nervoso centrale ancora sproporzionatamente grande, e alla quantità limitata di glicogeno epatico.

Gli effetti più comuni della chetosi sono mal di testa, fatica, vertigini, insonnia, difficoltà nel tollerare l’esercizio, costipazione e nausea, specialmente nei primi giorni e settimane dall’inizio di una dieta chetogenica.

Si può sviluppare un alito dal sapore dolce e fruttato in seguito alla produzione di acetone, esalato per la sua alta volatilità.

La maggior parte degli effetti indesiderati della chetosi a lungo termine sono noti soprattutto nei bambini, a causa dell’utilizzo consolidato di questa dieta nel trattamento dell’epilessia pediatrica. Tra questi, compromissione della salute ossea, rallentamento della crescita, iperlipidemia e calcoli renali.