La Commissione Ue mette per iscritto nelle previsioni economiche d’autunno che l’Italia resterà maglia nera della crescita in Europa ancora per due anni: in termini numerici +0,1% nel 2019, +0,4% nel 2020, +0,7% nel 2021.

Nel mirino di Bruxelles finiscono i costi di Quota 100 e reddito di cittadinanza che, prevede la Commissione, appesantiranno deficit e debito pubblico.

La crescita del Pil italiano, stimata al magro 0,1% quest’anno, viene tagliata per il prossimo anno di 0,3 punti rispetto alle precedenti previsioni allo 0,4%. Il deficit è previsto al 2,2% per il 2019, ma sale al 2,3% per il 2020 (tra gli altri paesi Ue, il deficit sale anche in Belgio e Francia, oltre la soglia del 3 per cento in Romania). Male la crescita dell’occupazione nel triennio, con la disoccupazione fissa al 10%.

La Commissione confida, comunque, nei piani di “spending review” del Governo, nel taglio di “un miliardo di euro pianificato come clausola di salvaguardia per ridurre la spesa”, nonché nella tassa sulla plastica (“environmental tax”) come modo per fare cassa nel 2020 e su altre misure contro l’evasione fiscale, tra cui il pos obbligatorio negli esercizi commerciali, sebbene “gli effetti siano ancora incerti”.

Ma il problema principale italiano resta il debito alto, stimato al 136,2% nel 2019, al 136,8% nel 2020, al 137,4% nel 2021. “L’Italia è particolarmente esposta all’ulteriore indebolimento dell’economia globale e al possibile peggioramento delle condizioni finanziarie per via del suo alto debito pubblico”, scrive la Commissione.