La complessità esige equilibrio. C’è una lezione che va oltre la questione dell’omofobia. Riguarda anche il governo delle città.

 

Brutto epilogo di una vicenda che avrebbe consigliato più rispetto di tutti e tra tutti. Ora, vista la scarsissima affluenza delle recenti amministrative, c’è da sperare che lo spettacolo a cui abbiamo assistito non provochi un aumento ulteriore della distanza dellopinione pubblica dalla politica nazionale.

 

Nicola Caprioli

 

Ora che la vicenda del Ddl Zan è arrivata al suo triste epilogo parlamentare, ora che vanno progressivamente a ricomporsi i toni da “crisi di nervi” da un lato e da “cori da stadio” dall’altro, è compito di coloro che continuano a credere nella Politica come alto servizio al bene comune analizzare con onestà e realismo l’accaduto.

 

Ebbene abbiamo assistito, trasmessa per di più a favore di telecamere dalla nostra camera alta, alla (in)degna conclusione di una vicenda caratterizzata fin dal suo esordio parlamentare da un’esasperazione ideologica, perpetrata da ambo le parti, che ha finito inevitabilmente per stritolare in modo brutale aspettative di minoranze che avrebbero sicuramente meritato maggiore rispetto.

 

Aspettative che avrebbero meritato, in particolare, un percorso di discussioni ponderate nel merito e nei contenuti e soprattutto, trattandosi di diritti civili, un consolidamento normativo fondato sulla più ampia e sostanziale condivisione possibile tra le forze politiche e basato su quell’imprescindibile fondamento della seria pratica politica che è l’arte della mediazione.

 

Quella stessa mediazione tanto vituperata da quelli che sono incapaci di percepire o accettare la complessità delle dinamiche sociali e civili di oggi o che, ancora peggio, ne sono ben consapevoli ma scelgono di blandire facilmente la pancia del proprio target elettorale. Quella stessa mediazione che potrebbe invece, se praticata con competenza e onesta attenzione verso tutti gli interessi in gioco, essere lo strumento d’elezione per arrivare alla migliore e più adeguata regolamentazione delle complesse realtà sociali e civili odierne.

 

Dopo la scarsissima affluenza delle recenti amministrative c’è da sperare che lo spettacolo a cui abbiamo assistito non provochi un aumento ulteriore della distanza dell’opinione pubblica dalla politica nazionale. Altrettanto incrollabile ottimismo serve probabilmente per augurarsi che quanto accaduto possa essere in questo senso un efficace monito per le forze politiche responsabili di questa triste pagina istituzionale.

 

A tale riguardo giova inoltre ricordare che anche nell’ambito di governo delle amministrazioni locali una mancanza di equilibrio può mettere il piombo sulle ali di un centrosinistra pur vincitore in modo netto dell’ultima tornata elettorale. D’altra parte, però, a tale rischio corrisponde la grande opportunità di riscatto, proprio a partire da tali sfere amministrative percepite vicine dai cittadini, applicando la cultura della mediazione nelle modalità di gestione di ogni “complessità locale” e garantendo la giusta rappresentanza ad ogni realtà e istanza presente sul territorio, lasciando ad altri gli approcci e le forzature di natura ideologica.