La debolissima voce del laicato cattolico italiano nell’attuale stagione sociale e politica

Cerchiamo noi stessi, laicato cattolico, di non attendere il solito richiamo dall'alto per mettere in gioco talune nostre iniziative, a partire dapprima sul piano culturale e su quello sociale.

Apprezzo pienamente l’intervento di Giorgio Merlo. Soprattutto la sua “opportunità” in un momento di confusione delle lingue. Tra l’altro, i recenti interventi sul tema da parte di vari responsabili della comunità ecclesiale dovrebbero essere letti con molta attenzione: essi mi sembrano infatti piuttosto rilevare un problema a noi tutti evidente, cioè la debolissima voce del laicato cattolico italiano nell’attuale stagione sociale e politica del nostro Paese, che non proporre soluzioni pratiche a tale nostra debolezza.

Certo vi sarebbe da lamentare che strumenti intermedi attualmente ancora esistenti per il necessario, propedeutico e ineludibile confronto nella comunità ecclesiale italiana, come quello tonioliano delle settimane sociali, o quelli di molte riviste culturali, siano lasciati quasi in silenzio, spesso affidati a voci con poca audacia e spesso nessun mordente sui problemi attuali, a ripetere stancamente motivi nel passato già acquisiti dalla riflessione culturale del cattolicesimo italiano. Abbiamo bisogno di tornare agli incontri promossi in una stagione meravigliosa dai vari Bartoletti, Riva, Pellegrino, Martini e altri. Possibile che noi cristiani nell’Italia di oggi, mentre esplode una vera stupenda primavera nella chiesa di papa Francesco, siamo così silenziosi nella vita sociale del nostro Paese?

Cerchiamo noi stessi, laicato cattolico, di non attendere il solito richiamo dall’alto per mettere in gioco talune nostre iniziative, a partire dapprima sul piano culturale e su quello sociale. Se semineremo bene con un poco di buona utopia e speranza esse diventeranno al tempo giusto iniziative politiche dirette. C’è da riflettere, infatti, sul piano storico che il dissidio sulla “questione romana” tra Otto e Novecento fu veramente evento sotto questo profilo veramente provvidenziale, giacché costrinse i cattolici italiani a una lunga fase di preparazione che consentì poi a Sturzo e quindi a De Gasperi di utilizzare il patrimonio di idee, di programmi e di energie in quei decenni di “lunga vigilia” da molti e in ogni dove immagazzinato! È un esempio che oggi di, in un analogo periodo di forzata nostra assenza dalla scena direttamente politica, non possiamo non cogliere.