LA DESTRA INNESCA LA MANOVRA SUL PRESIDENZIALISMO, METTENDO SOTTO TIRO MATTARELLA.

Annunciato in campagna elettorale, il disegno di riforma presidenzialistica diventa la bandiera del governo. L’obiettivo a breve è dare lo sfratto all’inquilino del Quirinale.

 

Il ministro per le Riforme e la Semplificazione, Elisabetta Casellati, intervenendo alle celebrazioni del decennale di FdI, ha messo sul tavolo la questione del presidenzialismo. La sua dichiarazione, ripresa dalle agenzie, indica quale sia la chiara volontà della maggioranza di governo: modificare l’ordinamento dei poteri per realizzare l’antico sogno della destra, fin dai tempo del Msi di Almirante. Il fatto che la proposta di modifica della Costituzione, su un punto per altro delicatissimo, parta dall’Esecutivo, suscita inoltre le più acute perplessità. È un messaggio aggressivo, tutto proteso a stabilire l’impegno più diretto in favore di una svolta che va oltre l’ingegneria costituzionale, mirando in maniera disinvolta a tratteggiare il nuovo volto della Repubblica.

Il treno delle riforme, ha detto in pratica la Casellati, “è partito perché le riforme istituzionali sono urgenti oggi più che mai. Abbiamo un’esigenza di stabilità del governo, il nostro sistema politico e istituzionale è fragile per l’incapacità del sistema politico di guardare lontano. Da subito ho iniziato le consultazioni partendo da FdI e FI, la prossima settimana vedrò la Lega per capire a quale modello si vuole fare riferimento. Tutti i sistemi partono dall’elezione diretta del presidente della Repubblica o del premier, per un coinvolgimento diretto dei cittadini e per dare stabilità. Dopo aver consultato la maggioranza consulterò tutta l’opposizione, perché una riforma costituzionale non può prescindere dal parere dell’opposizione e andrebbe fatta assieme. Occorre capire qual è il punto di caduta, prima di Natale spero di finire con la maggioranza e entro il mese di gennaio mi ripropongo di aver ascoltato l’opposizione”.

Nella elezione diretta del Capo dello Stato o in alternativa del Presidente del Consiglio si possono rintracciare i tratti di una “soluzione autoritaria” del problema della governabilità: il consenso riceve infatti una torsione che parte e si conclude nella esaltazione dell’autorità secondo un modello classicamente di destra. Questa prospettiva si sostanzia a breve nel tentativo di unificare il momento decisionale, ponendo in essere lo sfratto di Mattarella dal Quirinale. In campagna elettorale, purtroppo, non si è voluto contrastare con la dovuta chiarezza ed energia un cattivo disegno di riordino istituzionale e costituzionale da cui discende, nella sostanza, una manovra di proterva occupazione del potere.