Il Patriarca Kirill ha chiesto ai fedeli russi di “unirsi e combattere i nemici interni ed esterni di Mosca”. Non potevano esserci parole più lontane ed ostili rispetto non solo alla cultura democratica europea ed ai suoi principi di laicità, ma anche e sopratutto agli accorati appelli alla Pace di Papa Francesco.

La Guerra di invasione di Putin contro l’Ucraina non produce solo effetti devastanti sul piano umanitario, economico e politico. Ha effetti terribili anche nei rapporti tra le Chiese cristiane. Il dialogo tra cattolici ed ortodossi era una grande speranza per una Europa alla ricerca di un proprio profilo di valori e di umanesimo. Da tale rapporto ci si attendeva un contributo importante al recupero di un “senso” anche spirituale della vita civile, in questo tempo di crisi dei consolidati paradigmi antropologici e culturali.

Kirill invece, brucia ogni ponte possibile e ogni forma di dialogo. I vertici della Chiesa Ortodossa Russa (diversamente da molti preti di base sopratutto di Mosca e di San Pietroburgo: non a caso delle città, non delle grandi aree interne più controllate dal regime) hanno scelto la strada opposta. Il patriarca ha lanciato un appello per “unirsi e combattere i nemici interni ed esterni di Mosca”. Ed ha aggiunto: “In questo periodo difficile per la nostra patria, possa il Signore aiutare ognuno di noi a unirci, anche attorno al potere. È così che emergerà la vera solidarietà nel nostro popolo, così come la capacità di respingere i nemici esterni e interni e di costruire una vita con più bene, verità e amore”.

Non potevano esserci parole più lontane ed ostili rispetto non solo alla cultura democratica europea ed ai suoi principi di laicità, ma anche e sopratutto agli accorati appelli alla Pace di Papa Francesco. Nel giorno della Pasqua Ortodossa, invano evocato da più parti come occasione di tregua, sono apparse sconcertanti le immagini dei bombardamenti russi e quelle del Patriarca di Mosca che benedice lo Zar, con la sua candelina accesa. Il nazionalismo armato del dittatore di Mosca si nutre da tempo di questa blasfema sinergia tra “trono e altare”, fondata sulla ricerca di un fondamento “spirituale” del proprio potere autocratico interno e della visione imperialista e antagonista ai valori delle democrazie europee.

Questo atteggiamento di totale adesione al potere del Cremlino, anche in questa guerra criminale, radicalizza lo scontro con il Patriarcato Ortodosso di Costantinopoli e rende molto arduo il cammino ecumenico con la Chiesa di Roma. Non a caso è stato “sospeso” il previsto incontro a Gerusalemme tra Kirill e Francesco. Un altro “Muro” si va costruendo in Europa. Non meno devastante di quello politico-economico-militare. Un Muro che corrode principi e valori che sono stati “costituivi” della cultura europea.