La guerra non si ferma, ma nemmeno l’impegno per la pace.

L’Onu chiede il ritiro delle truppe russe, la Cina sollecita il cessate il fuoco, Zelensky (secondo il New York Times) apre a Pechino. Nel frattempo, però, la Gran Bretagna invoca altri aiuti per Kiev come segno tangibile della determinazione di Usa ed Europa contro l’imperialismo di Mosca.

Ieri, alla vigilia dell’anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto il ritiro “immediato” delle truppe russe, auspicando una pace “giusta e duratura”. La risoluzione ha ricevuto 141 voti a favore, sette contrari e 32 Paesi si sono astenuti, tra cui Cina e India. 

Vivo apprezzamento da parte dell’Italia. “Siamo tutti molto soddisfatti, hanno stravinto i Paesi che sostengono la pace”. Lo ha detto il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, a commento del voto finale a favore della pace in Ucraina, approvato con 141 voti a favore, 7 contrari e 32 astenuti. “È stato dato un segnale molto chiaro – ha aggiunto – in favore dell’Ucraina, che deve essere tutelata nella sua indipendenza”. 

Intanto la Cina, alla ricerca di uno spazio di mediazione, fa sentire la sua voce. La crisi ucraina è nata in Europa, ma ha ripercussioni globali, “e non può essere trascinata all’infinito”. Lo ha dichiarato l’alto diplomatico di Pechino, Wang Yi, in un’intervista rilasciata ai media statali cinesi, dopo il ritorno dal lungo tour in Europa e Russia, che ha avuto al centro dei colloqui con le controparti straniere la guerra in Ucraina. “La Cina sostiene l’Europa perché svolga un ruolo più attivo e costruttivo nella promozione dei colloqui di pace”, ha dichiarato il capo della Commissione Affari Esteri del Partito Comunista Cinese, aggiungendo che l’Europa deve pensare a quali condizioni “si possano creare per un cessate il fuoco e la fine della guerra”.

Sembra che qualcosa si muova. Secondo il New York Times, infatti, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avrebbe dichiarato di essere aperto a colloqui di pace, anche se ha detto di non aver ancora visto la proposta della Cina per negoziare la fine della guerra.

Nel complesso, però, le posizioni si mantengono rigide. Il primo ministro britannico Rishi Sunak dirà oggi agli alleati del G7 che devono aumentare gli aiuti a Kiev più velocemente per dare all’Ucraina un vantaggio “decisivo” sul campo di battaglia. “Perché l’Ucraina vinca questa guerra – e per accelerare quel giorno – deve ottenere un vantaggio decisivo sul campo di battaglia… Invece di un approccio incrementale, dobbiamo muoverci più velocemente per quanto riguarda l’artiglieria, l’armatura e la difesa aerea”. Questo dovrebbe dire Sunak al vertice in videoconferenza nel primo anniversario dell’invasione russa.