Don Sturzo nel 1958, in un articolo pubblicato su “Il Giornale d’Italia” parlava della Piccola Europa. Dobbiamo ricordare che il prete calatino, fermo assertore dei valori della persona e soprattutto della morale, della legalità, della pace, della libertà e della fratellanza tra i popoli, sosteneva che – così come le nazioni moderne, malgrado i contrasti e le guerre, «si formarono col passaggio delle unità locali, città, contee e province, in unità superiori, regni, stati, nazioni» – è altrettanto «prevedibile che lo stesso passaggio avvenga da nazioni a gruppi internazionali a carattere regionale e continentale e da questi ad unità intercontinentali, e così via fino a una rappresentanza di tutti i popoli nel parlamento mondiale». Così come già analizzato in queste pagine tempo addietro. Da notare come nel pensiero sturziano sia presente il concetto di Euroafrica, ossia di una possibile confederazione, tra la Comunità Europea e i paese africani bagnati dal Mediterraneo. 

La Piccola Europa. “Il Giornale d’Italia” 25 Luglio 1958
Don Sturzo

Ha un certo peso il fatto del Mediterraneo come un epicentro europeo e centro internazionale di decisiva importanza. Guardando la storta si noterà che questo mare è stato sempre decisivo nelle vicende umane, anche quando, dopo la scoperta dell’America, sembrò che per secoli avesse perduto il suo antico ruolo. Chi avrebbe detto nel 1939 che la guerra scatenata da Hitler sarebbe stata risolta nel Mediterraneo? Ebbene. guerre e paci, sviluppo di civiltà e creazione di ricchezze, si concentrano qui, e noi sud-europei ne siamo i testimoni, attivi o passivi, partecipi e anche vittime, secondo le grandi e piccole vicende storiche.

Avvicinare il Mediterraneo vuoi dire capirlo, amarlo, conquistarlo non al potere, ma alla civiltà; com’è possibile che l’Europa possa essere concepita tutta al Nord, quando il suo condizionamento per molti dei contatti internazionali e per lo sviluppo di popolazioni numerose e quando parte delle forze di equilibrio internazionale vengono e verranno ancora di più dal Sud euro-afro-asiatico? E non dico altro: il mondo arabo è lontano ed è vicinissimo all’Europa; la nuova Europa che non potrà sviluppare la propria personalità senza tener conto del mondo spiritualmente e storicamente diverso che è nel Sud che bagna le sponde del Mediterraneo, dove ancora oggi, e con notevole effetto. si sentono gli echi di Atene e di Roma, di Siracusa e di Cartagine, di Tessalonica, Alessandria, Cesarea, Bisanzio, Gerusalemme.

Gli ignoranti possono sorridere a queste evocazioni; ma le persone sensate sanno che l’Europa venne dall’Ellesponto e non potrà mai fare a meno delle porte di entrata: Bosforo. Suez. Gibilterra; la piccola Europa, oggi o domani non importa, chiamerà la grande Europa, e questa batterà alle tre porte non come proprie serrature di clausura, ma come a veicoli di civiltà.