La sinistra e Zingaretti

Nella Regione Lazio c'è una strana e singolare alleanza di governo

Dunque, quando si parla del Pd oggi ci sono alcune cose certe. Almeno così pare. In primo luogo i sondaggi continuano a sfornare segnali inequivocabili: semplicemente danno i Dem in picchiata verso il basso. In secondo luogo prosegue senza sosta la guerra per bande a livello locale come a livello nazionale. E la conferma arriva dalla moltiplicazione delle candidature per la segreteria nazionale senza sapere, come ovvio, quale sia la vera differenza politica tra le varie proposte in campo. In ultimo, ma non per ordine di importanza, da quelle parti tutti – dico tutti – i vari contendenti di quel che resta del Pd fanno quotidianamente dichiarazioni solenni per la “ricostruzione della sinistra dalle fondamenta”. E sin qui nulla di nuovo, tranne il fatto che se si vuol ricostruire la sinistra dalle fondamenta 6 o 7 ricette forse sono eccessive.

Ma, ed è quello su cui voglio richiamare brevemente l’attenzione, in questa gara il Presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, è un protagonista di prim’ordine. La sua candidatura, dicono i sondaggi, lo danno come il favorito assoluto nella corsa per la guida del Pd. Dopodiché veniamo a sapere – per la verità lo sapevamo già da tempo – che proprio nella Regione Lazio c’è una strana e singolare alleanza di governo. Ovvero alla coalizione di centro sinistra si aggiunge un pezzo di centro destra. Il tutto senza alcun dibattito politico e senza alcuna spiegazione pubblica di questo singolare e misterioso accordo se non quello dettato dal pallottoliere. Valido ieri come oggi.

Ora, non vogliamo entrare nel dettaglio di questa alleanza. Ci limitiamo però a ricordare che uno dei più accreditati “ricostruttori della sinistra italiana” – si far per dire – nella sua regione e’ l’artefice anche di una alleanza politica che centra poco con la nuova fase della sinistra italiana che molti aspettano da svariati lustri. Certo, è indubbiamente positivo archiviare il renzismo che ha prodotto la più grande opera di devastazione politica del centro sinistra in questi ultimi anni. Ma è altrettanto importante ricordare che il nuovo corso della sinistra italiana – almeno per chi ci crede – non può nascere all’insegna della confusione e del disorientamento. O meglio, della sostanziale dissociazione tra ciò che si pratica e ciò che si predica. Perché altrimenti non ci si può stupire del fatto che più si producono iniziative, convegni, dibattiti, forum programmatici, mobilitazioni di popolo e piazzate varie e più crollano i sondaggi e il gradimento del partito presso la pubblica opinione. Puntualmente confermati nelle consultazioni vere e non solo in quelle virtuali. Zingaretti, al riguardo, potrebbe e dovrebbe adesso dare un contributo politico chiaro, coerente e convincente. Altrimenti rischia di essere tutto inutile.