Articolo a firma di Liliana Ocmin (edizione odierna di Conquiste del lavoro)

La Giornata mondiale contro la tratta degli esseri umani, proclamata il 30 luglio del 2013 dall’Assemblea Generale dell’Onu, é utile per poter riflettere e fare un bilancio annuale sull’impegno che la Comunità internazionale sta portando avanti per la difesa delle vittime di tratta e  dei loro diritti.

La tratta di essere umani è lo sfruttamento criminale di donne, uomini, bambini e bambine che si traduce nella quasi totalità dei casi in lavoro forzato e  sfruttamento sessuale. 

Si tratta di un fenomeno che ha inizio sin dai paesi di origine per poi perpetrarsi in quelli di transito e di destinazione delle vittime.

Ogni anno milioni di persone in tutto il mondo finiscono nelle mani dei trafficanti e vengono schiavizzati e la maggioranza delle vittime è destinata allo sfruttamento sessuale e il 35% delle vittime del lavoro forzato è costituito da donne.

Di fronte alla drammaticità e alla portata di questo odioso fenomeno, la comunità internazionale, attraverso l’azione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha adottato nel 2010 il Piano d’azione mondiale per lottare contro la tratta di persone, esortando i governi a prendere delle misure concrete per contrastare questo flagello. 

Un altro importante atto che testimonia la crescente attenzione per il dilagare di questa piaga è rappresentato dall’adozione nel dicembre del 2015, da parte dei paesi del mondo intero, dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile che comprende la repressione del lavoro forzato e la fine della schiavitù e della tratta di essere umani, nonché gli obbiettivi di sviluppo sostenibile che si prefiggono anche il divieto e l’eliminazione del lavoro minorile in tutte le sue forme.

Questa Giornata deve essere anche utilizzata per denunciare la gravità che si cela dietro i numeri dei diversi rapporti pubblicati in tutto il mondo, lasciandoci sgomenti, perché ci rappresentano una cruda realtà in cui purtroppo milioni di persone nel mondo sono ancora oggi vittime di tratta. 

Ad esempio, secondo l’Unicef  quasi una su 5 delle vittime è una bambina o una ragazza, inoltre tra di loro il 95% sono vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale.

In misura minore, ma pur sempre rilevante, la tratta produce abusi sessuali anche a danno di ragazzi e giovani adulti maschi. 

A testimonianza di quanto sia diffuso il fenomeno, citiamo un altro rapporto, quello della Women’s Refugee Commission (WRC) pubblicato lo scorso marzo, che attesta come proprio in Libia e lungo la rotta del Mediterraneo centrale resti elevato il rischio di violenza sessuale per migranti e rifugiati che si muovono verso l’Italia.

L’abuso sessuale è una violazione diffusa sia nei paesi d’origine dei giovani migranti e rifugiati che in quegli di transito, e che a volte si trasforma in sfruttamento anche nei paesi di destinazione. Un fenomeno questo complesso che va affrontato anche considerando le specifiche vulnerabilità dei minori stranieri non accompagnati, che rappresentano una delle categorie più a rischio.

Purtroppo nessun Stato può dirsi immune da questa piaga. Anche in Italia migliaia di uomini e donne sono sfruttati come manodopera a basso costo o come ‘merce’ nel mercato del sesso.

Non possiamo dimenticare il tragico incidente di un anno fa sulle strade del foggiano che costò la vita a dodici braccianti agricoli lavoratori non comunitari arruolati e trasportati da un caporale, oppure la morte nel 2015 della bracciante di Adria, Paola Clemente, in un’estate caldissima nonostante la legge 199/2016 contro il caporalato che è una piaga sociale dura ad essere debellata.

“Se oggi dovessimo dare un volto alla povertà e allo sfruttamento sarebbe di sicuro quello di una donna, ha detto giorni fa il sottosegretario Spadafora”. Infatti, secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), circa 21 milioni di persone sono vittime del lavoro forzato e il  71% è costituito da donne e bambine. 

Tutto ciò si traduce in un  business miliardario per le mafie internazionali che introducono in Europa “i nuovi schiavi” attraverso viaggi della speranza che si trasformano in veri e propri incubi, a causa di caporalato e lo sfruttamento della prostituzione contro cui, come afferma la nostra Segretaria, Annamaria Furlan, bisogna battersi con più determinazione e coraggio e la Cisl continuerà a sostenere l’attività di Don Aldo Buonaiuto e della Comunità Papa Giovanni XXIII.  L’impegno della Cisl sarà quello di promuovere e sostenere politiche che si pongano l’obiettivo di contrastare con determinazione a livello globale, grazie anche al ruolo dell’UE, le organizzazioni criminali che organizzano e gestiscono questi traffici.Pertanto questi fenomeni vanno contrastati con azioni concrete e sistematiche. 

A tale scopo in occasione della Giornata mondiale contro la tratta degli esseri umani, si è riunito il comitato tecnico anti-tratta, composto da Amministratori centrali e locali, organizzazioni sindacali, forze dell’ordine ed enti del terzo settore che quotidianamente affrontano questa realtà. La Cisl ha potuto offrire attivamente il proprio contributo in questo comitato che  supporterà la Cabina di regia inter-istituzionale per la stesura del nuovo piano d’azione 2019/2021. 

Concludiamo le nostre riflessioni, in occasione di questa Giornata, con le parole di Papa Francesco: “ Il Signore liberi le vittime della tratta e ci aiuti a rispondere al grido di aiuto di chi e privato di dignità e libertà”.