La vittoria della  Schlein cambia lo scacchiere della politica: il riformismo di centro esige una più organica rappresentanza.

Un voto, quello delle primarie, che smentisce gli iscritti e i sondaggi (alla vigilia il report di Diamanti dava Bonaccini al 70 per cento). Si chiude un ciclo storico - con la Schlein il Pd inclina fatalmente al “partito radicale di massa” - e si apre un nuovo ciclo per i cattolici democratici e popolari.

Beh, forse Ilvo Diamanti d’ora in poi dovrà dedicare il suo tempo a leggere – e sempre con la consueta intelligenza, va pur detto – le dinamiche della società contemporanea senza però più azzardarsi a fare sondaggi. Appena sabato aveva sentenziato che l’ex comunista Bonaccini avrebbe stravinto le primarie con oltre il 70% dei consensi. Bene, ascoltando le prime ma schiaccianti previsioni la Schlein, teorico del “partito radicale di massa”, per dirla con Luca Ricolfi, straccia il suo ex collega della Regione Emilia Romagna.

Ora, dato a Diamanti quel che è di Diamanti – che ha scambiato lucciole per lanterne ed è bene che se ne ricordino anche i lettori del suo giornale e, soprattutto gli elettori del Pd – veniamo all’unico vero dato politico dopo la sempre più probabile vittoria della Schlein. E cioè, per il Partito democratico si chiude definitivamente una pagina, quella delle sue origini culturali ed ideali, e si apre una stagione radicalmente diversa dal passato per non dire alternativa. Archiviata irreversibilmente la fase dell’incontro tra la cultura del cattolicesimo democratico e popolare con quella socialdemocratica e post comunista che faceva da sfondo alla nascita del Pd. Un partito culturalmente “plurale”, dove l’incrocio tra le grandi culture riformiste doveva sprigionare un progetto politico e di governo democratico, riformista, liberale e socialmente avanzato. Con l’affermazione della Schlein, appunto, si chiude quella pagina e se ne apre un’altra radicalmente diversa ed alternativa.

È persin inutile dire, al riguardo, che d’ora in poi la cultura di un Centro democratico, riformista, innovativo e dinamico potrà affermarsi con maggior forza e determinazione. E, accanto a questa oggettiva constatazione, è indubbio che adesso la cultura cattolico popolare e cattolico sociale potrà dispiegare sino in fondo la sua potenzialità e la sua attualità. Che resta straordinariamente moderna e contemporanea. 

Il cambiamento del profilo, dell’identità e della stessa “mission” del Partito democratico a guida Schlein è sotto gli occhi di tutti. Ovvero, il Centro dinamico e democratico, la tradizione cattolico popolare e sociale, un vero e credibile centro sinistra sono elementi del tutto esterni ed estranei al “partito radicale di massa” tratteggiato dall’ex Vice Presidente dell’Emilia Romagna. E questo non può che essere positivo e, finalmente, si potrà fare ulteriore e definitiva chiarezza nella cittadella politica italiana. E questa volta con un voto popolare inappellabile e da rispettare, comunque sia, profondamente.