Avevo già scritto un editoriale, il 13 Novembre 2017, commentando il ruolo assunto da Pierferdinando Casini che, presiedendo la commissione di inchiesta sulle banche italiane, su “La Stampa” abbandonava il suo tradizionale stile alla “Fasulein” e assumeva quelli del saccente Balanzone, dichiarando perentoriamente: “ L’Italia non diventi terreno di azione della speculazione finanziaria internazionale”.

Adesso il M5S, sulla triste vicenda del Banco Popolare di Bari, riprende il tema, criticando anche in questo caso la mancata o insufficiente vigilanza di Banca d’Italia su quell’istituto.

Ma come? A seguito di mirato Q-Time ( interrogazione a risposta immediata in commissione 5-10709) della Commissione Finanze, del Mov. Cinque Stelle, formulati proprio dall’On Villarosa con altri ( Villarosa, Alberti, Pesco, Sibilia e Ruocco), allora presidente della Commissione e attualmente sottosegretario del MEF, ricevettero le conferme dal MEF e da Banca d’Italia (Mercoledì 1 marzo 2017, seduta n.751) che:

1) fondi speculatori kazari controllerebbero le banche quotate italiane e quindi dal 1992/93 anche Banca d’Italia (risposta del MEF). Vari giornali, tra cui il Fatto Quotidiano, Il Messaggero, hanno riportato la notizia di “Mister 99%” rappresentante di fondi speculatori stranieri;

2) ” i depositi”, utilizzati per concedere prestiti, dal 1992/93 non derivano più da attività di raccolta tra il pubblico, ma sono virtuali, “creati” digitalmente. Banca d’Italia, con una dichiarazione epocale (in allegato), in risposta al Question –Time della Commissione Finanze del Movimento Cinque Stelle, ha infatti confermato che i depositi della clientela non sono veri depositi, ma virtuali , creati ossia da qualcuno con un clic. Questa importante asserzione costituisce implicita conferma da parte di Banca d’Italia che pertanto anche gli importi del prestiti (dei mutui ipotecari/fondiari,… ), accreditati, a titolo di tali depositi, dal 1992/93 sui conti correnti degli italiani, sono stati a monte creati con un clic e poi illegittimamente prestati in Italia, illegittimamente in quanto le banche in Italia essendo intermediarie del credito possono solo fungere, per la Legge italiana, da intermediarie tra “il denaro raccolto tra il pubblico” ( e non invece creato) e prestito.

CHI E’ QUEL QUALCUNO CHE CONTROLLA LE BANCHE ITALIANE QUOTATE E QUINDI PURTROPPO ANCHE BANCA D’ITALIA, SI PRESUME DAL 1992/93.

Tutte le banche italiane quotate sono risultate controllata nel capitale flottante (che costituisce dal 1992/93 circa l’85% del totale capitale delle banche quotate italiane ) da una decina di fondi speculatori stranieri, precisamente kazari, attraverso interposte persone fisiche, in realtà avvocati dello studio legale Trevisan di Milano, delegati di circa 1900 entità finanziarie, che a loro volta è risultato che abbiano sub-delegato ad essi fondi speculatori. Pertanto essi fondi speculatori stranieri controllando si presume sin dal 1992/93 Banca Intesa, Unicredit , Carisbo Carige e BNL, unitamente alle rappresentate al voto Inps e Generali, controllerebbero , eseguiti tutti i calcoli di sbarramento al voto, con 265 voti su 529 anche l’organo di vigilanza Bankitalia Spa, dal 1992/93 illegittimamente, quindi in aperta violazione dell’art. 47 della Costituzione Italiana “la Repubblica controlla il credito” e la Repubblica non sono certamente una decina di fondi speculatori stranieri, con tutte le conseguenze che sono derivate, essendo venuta improvvisamente a mancare la vigilanza bancaria in Italia, in termini di colossali truffe (derivati sul tasso e sulla valuta ), costi abnormi (CMS per 270 miliardi di euro addebitate oltre ad interessi ) ed illegittimo prestito di denaro creato con un clic . Fondi speculatori stranieri controllanti le banche italiane e pertanto amministratori di fatto responsabili secondo Cass. n. 25432/2012 e n. 19716/2013 , quanto le banca, in solido ed in via principale, nel risarcimento del danno.

Questa, gentile On Villarosa, è la realtà bancaria e finanziaria italiana che Lei ben conosce e dovreste allora partire proprio da lì, non crede? Si tratterebbe di assicurare:

1) il ritorno al controllo pubblico di Banca d’Italia;

2) il ripristino della legge bancaria del 1936, con la separazione tra banche commerciali o di prestito e banche speculative, ri-appropriandosi in tal modo della sovranità monetaria, sottratta all’Italia nel 1992/93 col d.lgs n. 481 del 14 Dicembre 1992 che abolì di soppiatto, dopo 56 anni, la separazione bancaria, decreto emesso da Amato e Barucci e sottratta col Provvedimento di Banca d’Italia del 31 Luglio 1992, emesso da Lamberto Dini, con cui è stata modificata inspiegabilmente all’insaputa di tutti, non essendo, né una legge , né un decreto legge , né un decreto legislativo, la contabilità di partita doppia del sistema bancario italiano; fatto che avrebbe consentito, a questi fondi speculatori , secondo alcuni autori, una colossale miliardaria evasione fiscale (circa 1350 miliardi di euro evasi) della quota capitale pagata dagli ignari piccoli mutuatari italiani, denaro creato da questi fondi speculatori con un clic a Nassau, doc. desecretati dimostrano, invece che raccolto tra il pubblico in Italia e ad essi ignari mutuatari italiani illecitamente prestato a partire dal 1 Gennaio1993. Questa sarebbe la riforma fondamentale da compiere senza la quale ogni altro progetto riformatore sarà vano, ma si sa, andare contro il potere dei fondi speculatori non è nelle corde di una classe dirigente disponibile a galleggiare piuttosto che a governare a sostegno del bene comune.

Risposta Q. Time