Letta, Salvini, Berlusconi: tutti proclamano la fine delle larghe intese, ma il barometro economico UE volge al peggio. E Draghi…

Un’analisi controcorrente. Secondo l’autore, incline a guardare la realtà con scrupolo misto a disincanto, “due sono le cose “certe”: la Bce, checché se ne dica, non potrà interrompere l’acquisto titoli, e la seconda, Draghi rimarrà premier dopo le prossime politiche, a prescindere dal loro esito”.

 

Gli ultimi dati sui consumi tedeschi su base mensile segnalano un crollo che supera le previsioni. La Germania, “curata” come e più dell’Italia dalle iniezioni di liquidità della Bce ha assoluto bisogno di un rialzo dei tassi, misura che però farebbe collassare i Paesi periferici dell’Eurozona. Questo succede quando si ha una moneta comune per aree economiche disomogenee e si è fatto assai poco per correggerne il cattivo funzionamento.

 

Due sono le cose “certe”: la Bce, checché se ne dica, non potrà interrompere l’acquisto titoli, e la seconda, Draghi rimarrà premier dopo le prossime politiche, a prescindere dal loro esito.

 

Condizioni necessarie ma non sufficienti da sole a esorcizzare lo spettro di una Weimar europea. Soprattutto alla luce del fatto che la guerra sta vistosamente aumentando d’intensità. Il cerino ormai è rimasto nelle mani di chi comanda realmente negli Stati Uniti: il prezzo di una risposta adeguata alle conquiste militari della Russia è imboccare una via senza ritorno.

 

Inoltre, le “armi” in gran parte spuntate della Bce, perché l’economia reale risponde sempre meno agli stimoli monetari, sono ulteriormente indebolite da una politica estera comune che contro ogni logica sembra più preoccupata di arrecare danni alle imprese che ancora resistono, e ai consumi delle famiglie europei piuttosto che alla Russia. Ormai persino ambienti come quelli di Bloomberg o del Financial Times lo ammettono. Da quando sono state attivate le sanzioni, il Rublo vola, la bilancia commerciale russa ha raggiunto cifre record superando nel periodo in termini assoluti persino quella tedesca. 

 

E il sistema mercantilista tedesco si sta sgretolando velocemente. Mentre i Paesi sanzionatori vedono avanzare l’inflazione causata dal rincaro dell’energia e dei cibo, a causa delle sanzioni che loro stessi hanno decretato. Non c’è alcun dubbio che Draghi, pur in un clima di generale incomprensione di quanto sta accadendo da parte dei partiti, stia operando scelte valide di portata strategica in vari settori, dall’energia, alle rilocalizzazioni, alla autosufficienza alimentare, alle politiche fiscali per non parlare del piano internazionale dove sta dando e attuando chiari segnali nella prospettiva del multipolarismo.

 

Resta da vedere, a partire dai prossimi mesi, quanto il disegno messo in atto dal Presidente del consiglio avrà la possibilità di avanzare senza esser ostacolato in parte o del tutto da eventi che per alcuni sono la continuazione della politica sebbene in realtà ne rappresentino il fallimento.