Liberi e Forti Alessandria: più deliberazione pubblica è più democrazia

Non siamo un gruppo, né tantomeno un circolo, ma un ambito di impegno inclusivo, al quale tutti possono partecipare

“Non siamo un gruppo, né tantomeno un circolo, ma un ambito di impegno inclusivo, al quale tutti possono partecipare”, così Renato Balduzzi ha voluto definire, al termine dell’ultimo incontro, i confini aperti di Impegno Liberi e Forti, l’iniziativa avviata in provincia di Alessandria all’inizio di quest’anno, in corrispondenza del centenario dell’appello lanciato da don Luigi Sturzo nel 1919.

“Da un primo nucleo di uomini e donne di buona volontà”, racconta Guido Astori, tra i promotori di questo percorso, “si sta formando una rete che si allarga progressivamente, coinvolgendo rappresentanti di vari mondi del volontariato, della cultura e delle istituzioni di tutta la provincia”.

Questo sta avvenendo anche grazie a un particolare metodo di lavoro che il gruppo sta adottando, sperimentato nell’ultimo incontro, dedicato al tema dell’immigrazione.

“Ci siamo ispirati al principio della deliberazione pubblica – spiega Davide Servetti, esponente di Impegno Liberi e Forti – condividendo preliminarmente la necessità di approfondire, elaborare sintesi e soluzioni per poi esprimere posizioni chiare e proposte puntuali sul tema dell’immigrazione; così abbiamo interpellato e coinvolto testimoni ed esperti che, a diverso titolo, sono coinvolti direttamente dal fenomeno nella nostra provincia”. “Tutto questo – prosegue Servetti – ha l’intento di fondare la riflessione collettiva su dati di fatto e punti di vista fondati su esperienze dirette e significative sul territorio”.

Il punto di vista di questi informatori privilegiati è stato molto utile ai tre gruppi di lavoro, che hanno affrontato il problema declinato in tre diverse prospettive: 1) l’integrazione dei migranti, 2) la cooperazione con i paesi di provenienza e 3) la comunicazione del fenomeno nei social e nei mass-media. Le conclusioni sono state affidate ad Agostino Pietrasanta, il quale ha sottolineato la qualità della discussione avvenuta nei gruppi, anche grazie al lavoro di tre coordinatori – Marco Caramagna per la comunicazione, Marco Ciani per l’integrazione, Roberto Massaro per la cooperazione – che hanno accompagnato e guidato la discussione. La successiva riunione plenaria ha raccolto le osservazioni, gli spunti e le proposte sulla base delle quali già alcuni esponenti di Impegno Liberi e Forti stanno lavorando al fine di tradurle in azioni concrete sul territorio, “che saranno progettate, realizzate e comunicate – precisa Paola Varese, tra gli animatori dell’iniziativa – con lo stesso stile corale e partecipato che ha informato i nostri incontri fino a questo momento”.

“Il nostro Impegno, rivolto a tutti, credenti e non credenti – conclude Renato Balduzzi –, chiede in particolare a quanti si riconoscono nella storia del movimento dei cattolici democratici nel nostro Paese di reimparare, come quel padrone di casa del Vangelo, a estrarre dal tesoro di quella cultura politica cose nuove e cose antiche”. Di recente Papa Francesco ha indicato una via chiara e impegnativa a tutti i credenti che guardano all’impegno per il bene comune: “Essere cattolico nella politica non significa essere una recluta di qualche gruppo, organizzazione o partito, bensì vivere dentro una comunità”. Secondo Balduzzi sarà possibile raccogliere questa sfida solo “ritrovando con coraggio le forme e le modalità per pensare insieme la polis, superando i personalismi e le forme di individualismo che permeano la nostra società, inclusi talvolta gli ambienti e le organizzazioni del cosiddetto mondo cattolico”.