Stop all’inceneritore di Ravenna che a fine anno non vedrà più il conferimento dei rifiuti urbani nell’impianto. E’ questo il primo degli obiettivi raggiunti e sottolineati nella relazione conclusiva del monitoraggio intermedio del Piano regionale dei rifiuti.

Un risultato significativo, che nasce dall’azione condivisa tra Regione Emilia Romagna, Comune di Ravenna e Hera, che insieme hanno definito un piano d’intervento che porterà, appunto, alla dismissione della struttura. Questi ultimi mesi (la fine dell’anno segnerà la chiusura definitiva) serviranno per gli adempimenti tecnici ed organizzativi. Ovviamente il programma non comprometterà l’autosufficienza della regione nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti, che verrà garantita sia attraverso l’efficace utilizzo degli altri impianti presenti sul territorio, secondo, sia dall’aumento della raccolta differenziata, sulla quale, si sta realizzando l’obiettivo del 73% entro il 2020 previsto sempre dal Piano, essendo già arrivata al 68% nel 2018 (+3,7% sull’anno precedente).

La chiusura dell’impianto di Ravenna è stata annunciate ieri dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Bologna con l’assessore regionale all’Ambiente Paola Gazzolo e con il sindaco del Comune di Ravenna Michele De Pascale.

Lo scorso anno sono stati 81 i Comuni impegnati nei sistemi di tariffazione puntuale che consente di misurare il rifiuto prodotto e di pagare per quanto si butta come prevede la legge regionale 16 del 2015 sull’economia circolare di cui il Piano dei rifiuti è strumento attuatore.

In tal senso la riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati è stata addirittura superiore alle previsioni. La raccolta differenziata ha invece raggiunto il record del 68% e i conferimenti in discarica sono al 4,9%, già sotto l’obiettivo del 10% fissato dall’Europa per il 2035.

Ma non è tutto: la Regione scende in campo anche contro la plastica che inquina il mare. I pescatori potranno raccogliere i rifiuti in Adriatico senza pagare la tariffa di servizio portuale. La disposizione è operativa da subito e permette di dare piena attuazione a quanto già previsto dal Piani di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico, già adottati dalla Capitanerie d’intesa con la Regione per i porti Rimini, Bellaria, Cattolica, Cesenatico, Goro, Gorino, Porto Garibaldi e Riccione. Un incentivo a difesa dell’intero ecosistema marino.