Il giudice italiano ha condannato per omicidio volontario pluriaggravato continuato i militari di Bolivia, Cile, Perù e Uruguay, coinvolti nelle operazioni che portarono alla scomparsa di 23 cittadini italiani negli anni del piano attuato dai regimi sudamericani, per reprimere le opposizioni.

Un piano terribile venuto alla luce grazie all’inchiesta del giudice paraguaiano José Augustín Fernández, che nel 1992 scoprì un archivio nella stazione di polizia di Asunción.

Archivi dettagliati che descrivevano la sorte di migliaia di sudamericani segretamente rapiti, torturati e assassinati, tra gli anni settanta e ottanta, dalle forze armate e dai servizi segreti di Cile, Argentina,Uruguay, Paraguay, Bolivia e Brasile.

Gli archivi contavano 50.000 persone assassinate, 30.000 scomparse (desaparecidos) e 400.000 incarcerate. Questi archivi, ritenuti veritieri e attendibili, riferivano del coinvolgimento, in questa enorme operazione repressiva e di vero e proprio sterminio, anche dei servizi segreti di Colombia, Perù e Venezuela.

Tali documenti, per le atroci rivelazioni in essi contenute, furono denominati Archivi del terrore.

Il processo, che in questi giorni si è concluso, iniziò, invece, con la denuncia, esattamente venti anni fa, di alcuni parenti dei scomparsi.

Dopo che il giudice spagnolo Baltasar Garzon  ordinò l’arresto del dittatore cileno Augusto Pinochet.

Tra i condannati, di oggi, c’è l’ex militare uruguaiano Jorge Néstor Troccoli , l’unico che è apparso nel processo da quando vive in libertà in Italia perché fuggito dalla giustizia del suo paese nel 2007.

Otto persone sono state condannate all’ergastolo, tutte in contumacia, come il dittatore boliviano Luis García Meza , morto nell’aprile 2018, e il suo ministro degli interni, Luis Arce Gómez.

E anche l’ex presidente peruviano Francisco Morales Bermúdez ; il suo primo ministro Pedro Richter Prada, morto nel luglio 2017; l’ex ufficiale militare peruviano Germán Ruiz ; i cileni Hernán Ramírez e Rafael Ahumada Valderrama e l’ex ministro degli esteri uruguaiano Juan Carlos Blanco.

A questi condannati si aggiungono l’ex militare cileno Pedro Octavio Espinoza Bravo , Daniel Aguirre Mora , Carlos Luco Astroza, Orlando Moreno Vásquez e Manuel Abraham Vásquez Chauan .

Anche l’ex militari uruguaiano José Ricardo araba, José Horacio Gavazzo, Juan Carlos Larcebeauy, Pedro Antonio Mato, Luis Alfredo Maurente, Ricardo José Medina, Rami Ernesto Avelino Pereira, Jose Babbo Lima, Jorge Alberto Silveira, Ernesto Soca e Gilverto Vazquez.