LULA SI PREPARA ALL’INSEDIAMENTO UFFICIALE, I SEGUACI DI BOLSONARO SCALPITANO. TIENE LA DEMOCRAZIA IN BRASILE?

Malgrado le tensioni che serpeggiano negli ambienti della destra, è molto probabile che l’uno gennaio Lula possa assumere senza problemi la presidenza, accompagnato a Brasilia dalla folla dei suoi sostenitori

Il primo appuntamento dell’agenda politica internazionale del 2023 sarà a Brasilia, dove l’uno gennaio si insedierà il nuovo presidente del Brasile Inàcio Lula da Silva che nel ballottaggio di fine ottobre ha superato di misura Bolsonaro.

Il presidente uscente non ha mai riconosciuto la sconfitta e molti temono che possa tentare di sovvertire con la forza il risultato uscito dalle urne aizzando i propri sostenitori come fece Trump alla vigilia dell’insediamento di Biden. Proprio in forza del silenzio di Bolsonaro in questi due mesi non sono mancate manifestazioni di protesta dei suoi sostenitori costantemente radunati davanti alle caserme per richiedere l’intervento dell’esercito affinché non si arrivi all’insediamento di Lula e da ultimo il mancato attentato di Brasilia dove un estremista di destra stava cercando di realizzare un attentato dinamitardo.

Malgrado questi segnali è molto probabile che Lula possa assumere senza problemi la presidenza, accompagnato a Brasilia dalla folla dei suoi sostenitori e ciò per una serie di ragioni.

Innanzitutto la stragrande maggioranza del Brasiliani, anche fra quelli che hanno votato Bolsonaro, non ritengono che l’instaurazione di un regime sia il male minore. La parte più radicale dei sostenitori del presidente uscente non pare in grado, da sola, di organizzare un golpe e spererebbe in una azione dell’esercito. Ma dai militari, pur non mancando malumori sulle posizioni di Lula, non sono arrivati in questi due mesi segnali tali da far temere un loro intervento.

A ciò si aggiunga il prestigio internazionale riconosciuto a Lula e la diffusa disistima verso Bolsonaro. Non a caso in questi due mesi il presidente neoeletto ha cercato di rafforzare la sua immagine internazionale sperando di utilizzarla anche in chiave interna, sentendo od incontrando molti leader mondiali e ricevendo comunque attestati di stima e disponibilità di collaborazione un po’ da tutti, dalla Russia agli Stati Uniti.

Ultimo elemento che gioca per un tranquillo insediamento è il fatto che probabilmente la presidenza Lula sarà limitata ad un solo mandato. Nel 2027, infatti, Lula avrà 82 anni è ciò rende incerta una sua ricandidatura. Ciò consentirebbe anche alla destra, in parte insofferente nei confronti di Bolsonaro, di tornare ad essere competitiva per le prossime elezioni dove anche la sinistra dovrà guardare ad una nuova fase storica e politica ed al superamento di una leadership che ormai da 25 anni è protagonista del Paese.