Il 23 gennaio 2019 il Liechtenstein ha festeggiato i propri 300 anni, ricordando il celebre giorno del 1719 quando la contea di Vaduz e la signoria di Schellenberg vennero unite, secondo il decreto dell’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo VI.

Uno Stato dell’Europa centrale racchiuso tra la Svizzera e l’Austria

Il capo del governo è Adrian Hasler e la lingua ufficiale è il tedesco.

Da quel giorno del 1719 il Liechtenstein è una monarchia, ora costituzionale, particolarmente potente. Il Parlamento del Liechtenstein,  è composto da 25 rappresentanti, eletti dal popolo. Un gabinetto di cinque persone è responsabile delle questioni politiche quotidiane.

Però diversamente da molte altre monarchie costituzionali, la Costituzione del Liechtenstein dà forti poteri al principe, il quale ne fa uso.

Infatti con un recente referendum la popolazione ha accordato un ulteriore aumento di poteri al principe (nomina dei giudici, possibilità di veto contro qualunque legge del Parlamento, possibilità in casi particolari di nominare personalmente un governo).

A norma di Costituzione, tuttavia, in qualunque momento il popolo può indire un referendum col quale destituire il Principe, che lascerebbe a un consiglio composto dai parenti maschi del Principe la decisione di nominare un sostituto o trasformare il paese in una Repubblica.

Ma questo difficilmente accadrà.

Inoltre sarebbe quasi inutile visto che il potere rimarrebbe sempre all’interno della stessa famiglia e che la stabilità, la prosperità e l’enorme attrattiva degli investimenti stranieri sono legate alla sua famiglia principesca.

La dinastia, con una fortuna di almeno 3.200 milioni di euro , secondo Forbes, è il principale proprietario dell’impero finanziario nazionale con uffici in oltre 20 paesi, ha vaste proprietà in tutta l’Europa centrale, controlla i famosi vigneti del Liechtenstein e possiede un delle più importanti collezioni d’arte private del continente.