Un sistema moderno è particolarmente complesso. Una struttura economica, il funzionamento della stessa, le relazioni tra le diverse istituzioni pubbliche e private, la produzione e la distribuzione della ricchezza, tutto questo presenta un ingranaggio largamente differenziato e in diversi strati, con architetture raffinatissime e ricami tra i più sofisticati.

Immaginarsi il blocco, se pur parziale, di questa realtà, ha conseguenze quasi infernali.

Riordinarlo via via, tenendo conto dei vari inceppi , è un esercizio da far tremare i polsi. Lo studio dei sistemi complessi è una delle materie che mette a dura prova anche gli intelletti più sopraffini.

Il coronavirus è stato come gettare dello zucchero nel motore di questa macchina. Ha bloccato gran parte dei suoi marchingegni e oggi, siamo alle prese con un guaio difficilmente risolvibile in tempi stretti. Avendo salvaguardato il funzionamento del sistema sanitario, di alcune filiere di produzione e di distribuzione alimentare, siamo invece assolutamente fermi per la stragrande maggioranza delle altre attività.

Corre quindi l’obbligo di far muovere anche il denaro. Sia per quanto concerne il fabbisogno personale e famigliare, ma anche per mantenere in vita le attività produttive. Di questi due aspetti è chiaro che prevale il primo. Senza però, trascurare con massima attenzione pure il secondo.

Il finanziamento relativo al quadro di base: il denaro ai nuclei familiari, può essere risolto all’interno del nostro Paese. Per rispondere invece all’altro aspetto, è indispensabile una politica a raggio più ampio, vale a dire a carattere europeo. Da qui la forte richiesta da parte di alcuni Paesi – Italia, Francia, Spagna – di giungere al salvifico coronabond.

Ritornando alle urgenze, quelle che non possono essere in alcun modo disattese, il finanziamento alle famiglie per garantirsi l’acquisto dei beni di prima necessità, si dovrà fare ricorso a una distribuzione più snella e rapida possibile. Per questo motivo, al ciclopico apparato dell’INPS, bisogna sostituirlo con una rete diffusa di istituti bancari che possano giungere più facilmente all’obiettivo previsto. In questo caso bisogna sapere togliere ogni orpello burocratico.

Non ci devono essere in alcun modo ostacoli burocratici, né costi suppletivi da caricare sulle spalle di tutti i soggetti interessati alla funzione. Lo Stato deve garantire ciascun soggetto della bontà e della correttezza dei mezzi impiegati. Non so quanto tempo si dovrà impiegare per rendere attiva questa procedura. Si sa, invece, che questa procedura è stata già ideata e accolta da diversi soggetti politici, governativi e non.

La parte più debole, va riconosciuto, si registra essere il sistema bancario che, in tutta questa vicenda, dovrebbe far da supporto attivo, riconoscendo loro i costi vivi dell’operazione.

Per le imprese che stanno subendo una sofferta torsione economica, si dovrà sin da ora studiare un piano di rilancio, ma questo potrà essere attuato solo con cospicui finanziamenti. Ripetiamo finanziamenti che devono, come già scritto, trovare una fonte continentale.

È del resto evidente che gli aspetti procedurali in atto in tempi ordinari, dovranno essere sospesi, al fine di accelerare l’attività senza inspiegabili ostacoli per quanto stiamo tristemente attraversando.

Se l’aiuto alle famiglie, ragionevolmente, si dovrà realizzare da qui a qualche giorno, quello alle imprese, dovrà essere invece predisposto da qui al mese di maggio. Mese in cui ci si augura tutti, vi sia una ripresa della stragrande maggioranza delle attività produttive.