Desidero ringraziare molto il Presidente Trump per l’invito e per l’accoglienza riservata a me e alla delegazione che mi accompagna.

I rapporti tra Stati Uniti e Italia sono caratterizzati da un’amicizia profonda e da comunanza di interessi, rafforzati l’uno e l’altro dalla presenza negli Stati Uniti di tanti americani di origine italiana.

Anche per questo sono lieto di poter svolgere la visita in questo mese di ottobre, dedicato anche quest’anno al patrimonio italo-americano.

Vorrei riprendere il riferimento che ha fatto il Presidente Trump a Cristoforo Colombo, che ha aperto orizzonti, ha fatto conoscere e posto in collegamento continenti che si ignoravano. E, a giudicare dal ruolo dell’America nel mondo, sembra che abbia fatto un buon lavoro allora.

L’Italia vede negli Stati Uniti non soltanto un alleato fondamentale, ma anche un Paese con il quale condivide lo stesso cammino democratico, insieme al quale si riconosce negli stessi valori di libertà, di tutela dei diritti umani, di rispetto delle minoranze, di Stato di diritto.

La visione internazionale dell’Italia si basa sul pilastro dell’Alleanza atlantica cui si è affiancato nel tempo con coerenza quello dell’integrazione europea, dell’unione europea. Sono le due componenti insostituibili della nostra politica estera e del nostro percorso di collaborazione.

Siamo uniti – Stati Uniti, Italia, Europa – per la storia, per i valori di riferimento, per la cultura che ci accomuna, per i rapporti umani così intensi tra i nostri concittadini.

Come il Presidente Trump ha ricordato, abbiamo parlato della Nato che rappresenta anzitutto una comunità di valori in cui l’Italia si riconosce e a cui partecipa convintamente e fattivamente. L’Italia contribuisce da sempre, in maniera intensa, con efficacia, alle missioni e alle operazioni Nato, coadiuvando in maniera sostanziale le attività dell’Alleanza.

L’Italia resta – vorrei rammentarlo – oltre che il quinto contributore della Nato, il secondo contributore di militari nelle missioni della Nato. Dopo gli Stati Uniti, l’Italia è il Paese che di più fornisce suoi militari per le missioni Nato, che si aggiungono alle altre che l’Italia svolge sotto l’egida delle Nazioni Unite o nella coalizione contro il terrorismo che si sono articolate e sviluppate in questi ultimi anni.

Vorrei rammentare che in questi giorni sei F35 dell’aeronautica italiana stanno vigilando, pattugliando i cieli dell’Islanda in ambito Nato per assicurare sicurezza e pace.

L’Italia ha costantemente ribadito che lo spirito transatlantico va coltivato, preservato, mantenuto con forza in ogni ambito, in ogni dimensione del rapporto che vi è.

Con questo spirito auspichiamo e auspico che l’avvio della nuova legislatura dell’Unione Europea, di questo nuovo quinquennio, possa costituire l’occasione di una rinnovata condizione collaborativa nei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea.

Puntiamo alla definizione di soluzioni negoziali in grado di rafforzare le nostre relazioni. Le tensioni commerciali non giovano ad alcuno. Riteniamo che una reciproca imposizione di dazi sia controproducente e dannosa per entrambe le nostre economie.

Vorrei aggiungere che condividiamo con gli Stati Uniti la convinzione dell’opportunità che l’Organizzazione Mondiale del Commercio venga riformata per renderla più efficiente e più efficace.

Abbiamo parlato – come il Presidente ha ricordato – della Siria. Noi siamo fortemente preoccupati per l’offensiva della Turchia nel Nord-Est della Siria. In pochi giorni questa offensiva ha già causato molte vittime e molte decine di migliaia di profughi, di sfollati, e di molte vittime anche tra i civili.

È un’offensiva che comporta anche un alto rischio di offrire nuovi spazi – impensati fino a pochi giorni addietro – all’Isis e alle sue criminali azioni terroristiche in Siria, in Medio oriente, ma non soltanto in Medio oriente. Anche altrove, in altri continenti.

L’Italia, in linea con la posizione dell’Unione europea, ha condannato e condanna l’operazione in corso da parte della Turchia.

Abbiamo anche parlato della Libia, come tutti gli argomenti affrontati, con spirito di grande amicizia e di grande concretezza.

L’attuale situazione sul terreno in Libia per noi è motivo di grande preoccupazione. Siamo convinti che il protrarsi della violenza e degli attacchi militari metta a rischio la stabilità dell’intera regione nordafricana, aumenti la minaccia terroristica, contribuisca a creare un ambiente favorevole ad ogni tipo di traffici illeciti e metta a rischio la produzione energetica di quel Paese. E soprattutto neghi ai libici la possibilità di una pacificazione cui, dopo tanti anni, hanno pienamente diritto.

Abbiamo parlato dei rapporti con la Cina. Nel mantenere un dialogo aperto con la Cina intendiamo difendere attivamente l’ordine internazionale basato su regole certe, con l’ONU al suo centro e un sistema commerciale libero e aperto, basato sui principi dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.

A questo riguardo abbiamo affrontato due argomenti, innanzitutto la sicurezza riguardo a nuove tecnologie, al 5G. L’Italia è molto attenta all’esigenza di sicurezza nazionale. Lo è e lo sarà.

Abbiamo sottolineato come sia necessario che vi siano condizioni di effettiva parità nel commercio e negli investimenti, che vi sia ovunque, per un buono e sano rapporto commerciale, un accesso al mercato non discriminatorio, e che vi sia la salvaguardia della proprietà intellettuale per gli operatori economici; che non vi sia sottrazione indebita di tecnologie.

Di tutti questi argomenti e di altri ancora abbiamo parlato con spirito di amicizia e con grande collaborazione. E l’occasione è stata ancora una volta propizia per riaffermare la grande amicizia che vi è tra Stati Uniti e Italia, e il rapporto forte che vi è tra i nostri Paesi nell’ambito transatlantico.

Per questa ragione ringrazio molto il Presidente Trump per l’incontro, per i colloqui e per la sua accoglienza.

In attesa di vederlo questo pomeriggio nell’incontro che sarà di grande significato. Grazie Presidente.

Domanda: Avete parlato di una tassa digitale (Amazon e Google)?

Presidente: Non ne abbiamo discusso e peraltro vi sono delle sedi internazionali in cui confrontarsi e trovare soluzioni a questo problema rilevante.

Domanda: Per quanto riguarda la Siria, nei giorni scorsi lei aveva ammonito l’Europa sui rischi di una risposta troppo timida. Negli ultimi giorni ci sono stati alcuni paesi europei, tra cui l’Italia, che hanno proposto un bando sulle esportazioni di armi alla Turchia. Secondo lei questa può essere una strada adeguata per rispondere a quanto sta accadendo anche considerando che la Turchia è e resta un membro dell’alleanza Nato?

Presidente: Sì, la Turchia è un membro della Nato e la cosa naturalmente ha molta importanza. Vorrei ricordare che in questo momento in Turchia vi è un apporto italiano perché vi è una importante batteria antimissilistica che, in ambito Nato, l’Italia da diverso tempo mantiene in Turchia proprio perché ci si rende conto dei problemi che ha.

Dicevano i latini:’Amicus Plato, sed magis amica veritas’. Più importante del mio amico è la verità. I rapporti di amicizia e di alleanza non tolgono che si possa dire che quello dell’ingresso militare in Siria da parte della Turchia sia un grave errore. Per cui lo abbiamo condannato senza esitazioni per le ragioni che prima ho ricordato.

La soluzione non sta nelle sanzioni – che se continua sono inevitabili, e che anche per quello che è avvenuto sono inevitabili – che l’Unione Europea ha annunziato; la soluzione è nello stop alle operazioni militari e nel ritiro, per cancellare i pericoli che prima ho indicato.

Domanda: cosa si pensa in Europa della decisione del Presidente Trump di ritirarsi così repentinamente dalla Siria?

Presidente: Sulla Siria ho già risposto e non sono qui per dare giudizi su quello che fanno altri Paesi ma per dire qual è la posizione del mio Paese. Ed è quella che ho esposto sulla Siria, sulla condanna senza alcun equivoco e ambiguità sul quanto la Turchia ha deciso di fare nei giorni scorsi.

Domanda: Sembra che ci sia un’apertura da parte di Trump per quanto riguarda i dazi, quindi un punto d’incontro che aveva già richiesto lei. Sarà possibile a questo punto evitare i dazi, e che quindi scattino tra due giorni?

Presidente: Per quanto riguarda la questione dei dazi conseguenti all’accertamento da parte dell’Organizzazione Mondiale del Commercio sui contributi dell’Unione europea ho già detto qual è la nostra convinzione, e la ripeto: credo che nel rapporto transatlantico, nell’amicizia che contrassegna in maniera storicamente ineludibile Stati Uniti e Unione europea, la strada preferibile sia quella di incontrarsi per confrontare le posizioni, ricercare e trovare – cosa ampiamente possibile – una soluzione che tenga conto delle esigenze di entrambe le parti.

L’altra strada è quella di imporre dazi. Oggi, in conseguenza di quanto l’organismo del commercio internazionale ha deciso per quanto riguarda Airbus, tra sei mesi per quello che deciderà – come ormai è sicuro – per quanto riguarda i contributi dati alla Boeing. Significherà una rincorsa di dazi vicendevoli e di reazioni vicendevoli.

Credo che la strada migliore si invece quella di incontrarsi e affrontare la questione, ponendo sul tavolo le rispettive esigenze, e trovare una soluzione. Questo, comunque, se non ora, tra qualche tempo sarà indispensabile.

A mio avviso è conveniente farlo subito, evitando di porre dazi e di creare questa spirale di contrapposizioni che danneggerebbe entrambe le economie.