Mediterraneo, mare innocente di un tempo. Dov’è, nella catastrofe dei naufragi, la misura del dovere e della responsabilità?

Il Mediterraneo è diventato scuola di cavilli legulei. Quando una nave si frange in mille pezzi, chi vi è sopra va tutelato. Fragile è l’Europa che non sa destreggiarsi e cade miserabilmente in difetto ed in colpa, affogando insieme alle sue contraddizioni ed egoismi.

Giovanni Federico

Acque agitate nei mari italiani. Per adesso Sicilia e Calabria si contendono gli sbarchi di uomini di sponde lontane. La recente tragedia di Cutro ha messo inevitabile pressione alla politica. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sollecita l’Europa a iniziative di maggiore cooperazione con i Paesi d’origine e transito dei flussi migratori e chiede alla Ue di non lasciare sola l’Italia davanti ad una pressione migratoria senza precedenti. Del suo pari, navi di altre terre hanno chiesto e chiederanno nei giorni a venire di alleggerirsi del loro carico umano fatto di poveri disgraziati, subito in cerca di una salvezza e dopo di un futuro. Quei legni hanno nomi altisonanti che si qualificano da soli. Si sa della Humanity, della Ocean Viking, poi addirittura della Rise Above (quella cioè che si erge sopra di tutti) ed infine della Geo Barents, dal nome dell’esploratore di quel mare al Nord della Norvegia e della Russia. Troppo freddo da quelle parti, ora meglio ripiegare solcando le acque più calde del Sud.

C’è un Ministro dell’Interno dal cognome significativo: Piantedosi, che ficca, deciso, i paletti della sua politica nel mare, come a terra, perché sia chiaro il nuovo corso della gestione dei singulti del Terzo mondo. Ci sono un po’ di convenzioni internazionali a disciplinare la materia. Una ha per acronimo il nome di SOLAS (Safety of Life at Sea) che letta asciuttamente sembra più che altro una fregatura. Un’altra convenzione disciplina le zone SAR (Search and rescue), cioè di ricerca e soccorso. Solo una “S” le separa dalla SARS, una sindrome respiratoria acuta e severa che ha preso il cuore degli Stati europei e non li fa più ragionare a dovere con l’umanità che si richiederebbe. Quello che accade nel Mediterraneo non sembra affar loro, hanno imparato da Ponzio Pilato che in zona era uno che ha lasciato un segno niente male.

Si dovrebbe metter mano ai trattati ed intanto poveri uomini sono trattati quasi da essere tritati da un fiume di parole importanti che, scomodandosi a sproposito, macinano la loro modesta attesa. Il Mediterraneo da mare innocente di un tempo è diventato scuola di cavilli legulei più maliziosi delle onde che li sostengono. È roba di diritti da rispettare, di schiene dritte da contrapporre al disordine, di dritti furbastri che scaricano sull’altro ogni incombenza.

Sul campo si litiga di vocabolario. Se fossero migranti, c’è una procedura da rispettare, riconoscimenti da mettere in atto e via con carte bollate. Molte volte quegli uomini salgono a bordo delle navi, trasportati sotto bordo da imbarcazioni più piccole chiamate “Feederers”, “Alimentatori”, forse di speranza o di portafogli per chi vi si presta. Migrano gli uomini come gli uccelli. Tanto perché si sappia, in medicina migrano anche talvolta degli organi spostandosi, in modo attivo o passivo, a seconda delle circostanze ignote. L’accertamento delle effettive cause e volontà di questo o quel pellegrinaggio di carni complica ancor più il quadro dei fatti.

Se sono naufraghi vanno fatti sbarcare e dovranno presentare domanda di asilo. Quando una nave si frange in mille pezzi, chi vi è sopra va tutelato. Si frangono le onde contro i cadaveri che le ingombrano nel loro procedere, si infrangono contro un muro di gomma le preghiere dei supplici per un nuovo destino. Fragili sono quelli in prima fila, franti anch’essi di fisico o di psiche e vanno assistiti comunque siano le cose della legge. Riconosciuti come tali, stanno sbarcando in quel di Catania. Fragile è l’Europa che non sa destreggiarsi e cade miserabilmente in difetto ed in colpa, affogando insieme alle sue contraddizioni ed egoismi. Fragoroso è il ronzio del mare che continua a fare da sfondo, le onde stanche di morti da rollare e di Stati da sopportare.