Memoria e riconciliazione per il cammino della Chiesa di Roma

Un importante incontro a San Bernardo di Chiaravalle per la XV Prefettura

C’è una doppia domanda alla base dell’ incontro, che si è svolto nella seconda decade di novembre, per l’avvio dell’anno pastorale 2018 – 2019, nella Diocesi di Roma: “ Perché fare memoria del cammino della Chiesa di Roma? Non solo per ricordare, ma per domandarci dove sei comunità cristiana dopo 53 anni, dalla conclusione del Concilio Vaticano II°?” L’ incontro che si è svolto nel salone della Chiesa di San Bernardo di Chiaravalle, e  ha visto la presenza di diverse centinaia di persone, fortemente motivate e impegnate e per certi versi gioiose, in rappresentanza delle dieci Parrocchie, che costituiscono la XV Prefettura della Diocesi di Roma ( che è una parte consistente del Municipio V, nel territorio di Centocelle, Prenestino Labicano, Gordiani).

L’incontro, è la prima tappa di un cammino che porterà la comunità cristiana romana al Giubileo del 2025, secondo l’orizzonte indicato da Papa Francesco, con il libro dell’Esodo come riferimento, e alla riflessione del cardinale vicario  Angelo De Donatis che ha ricordato la Lettera di San Paolo ai Corinti: per la parte che richiama memoria e riconciliazione. Queste riunioni che si svolgono nelle oltre 330 Parrocchie e nelle 36 Prefetture della Diocesi dei 5 Settori, cioè secondo l’articolazione della Chiesa locale di Roma, sono l’occasione per un esame della nostra storia, per fare e ricordare una “memoria” che spesso si dimentica o non si conosce per motivi demografici. L’altro aspetto, oltre la memoria, è la “riconciliazione fra di noi”, che significa conoscenza delle esperienze,  delle persone, delle iniziative e delle difficoltà “per ascoltare il grido che sale dalla città”.

La partecipazione del vescovo Gianpiero Palmieri, ausiliario per il Settore Est, all’incontro è stata   l’occasione di conoscere il grande lavoro pastorale che la comunità romana è chiamata a svolgere, e a interrogarci, come comunità e come persone, anche per dire:  noi Chiesa, come abbiamo camminato in questi anni, come e cosa dobbiamo fare per riprendere con entusiasmo il cammino? La riunione, dopo la presentazione individuale dei Parroci  della Prefettura, è iniziato il “racconto storico” con diapositive, ricordi, attività svolte e in essere, e testimonianze nelle singole realtà parrocchiali, fin dalla loro istituzione. Una memoria che si intreccia con il grande sviluppo demografico di Roma, dove nei venti anni del secolo scorso, dal 1951 al 1971, la popolazione è passata da 1.600.000 abitanti a oltre 2.700.000. Questo incremento si è manifestato in buona parte nel quadrante Est della città, e in particolare nel V Municipio per intensità abitativa. La cronologia della nascita, di almeno sette Chiese della XV  Prefettura, è la riprova di questo sviluppo urbanistico in questa parte di periferia romana.

L’illustrazione delle specificità delle parrocchie della Prefettura, è stata avviata con l’intervento di don Stefano Meloni, parroco di Santa Maria Madre della Misericordia, che ha richiamato la storia della Chiesa ai Gordiani, costruita come vicecura nel 1937, e diventa Parrocchia nel 1952. Le vicessitudini di povertà e di disagio degli abitanti, che hanno caratterizzato quell’agglomerato di case della borgata, oggetto in anni successivi di studi e pubblicazioni di libri, basti ricordare il sociologo Ferrarotti e Pasolini. Inizialmente la Chiesa era stata affidata ai sacerdoti di Don Calabria, dopo diversi anni al clero della Diocesi di Roma.  Successivamente le altre parrocchie con le loro storie e l’anno di istituzione: Sant’Ireneo a Centocelle – 17 luglio 1954; Santa Maria Addolorata – 14 gennaio 1958; Santa Maria Mediatrice – 30 marzo 1960; Sant’Agapito – 8 gennaio 1962; Sacra Famiglia di Nazareth a Centocelle – 8 giugno 1962; Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi – 28 marzo 1963; San Gerardo Maiella – 20 aprile 1978; San Bernardo di Chiaravalle – 10 novembre 1978.

Infine la Chiesa di San Felice da Cantalice, la più “antica” dell’attuale XV Prefettura. Edificata nel 1928, istituita parrocchia il 29 marzo 1935, affidata ai Frati minori Cappuccini, in un’area che all’epoca era una distesa rurale. Presenti successivamente, nella “Vecchia Centocelle”, diversi insediamenti di istituti di suore con attività caritatevoli e scuole e una presenza significativa  delle Associazioni di Azione Cattolica, nel lavoro parrocchiale. Nell’immaginario collettivo era la parrocchia associata, come riferimento territoriale, all’Aeroporto di Roma Centocelle, il primo in Italia, che nel 1909 ospitò i fratelli Wright, per una dimostrazione di volo nel nostro paese.

Una serie di riflessioni sono state sviluppate dal vescovo Palmieri, che si è domandato: come il Signore ci ha guidati, anche se spesso si manifesta stanchezza, come se avessimo esaurito le batterie, usando una metafora facilmente comprensibile. Occorre fare missione, non guardarsi addosso, ognuno per se, dobbiamo capire che le divisioni non servono, perché apparteniamo tutti alla Chiesa locale. Ci sono stati tanti esempi luminosi: la testimonianza di Papa Giovanni XXIII con  il Concilio Vaticano II, il Convegno sulle attese di carità e giustizia, del febbraio1974, ricordato come il “Convegno sui mali di Roma”, il Sinodo di Roma e il Giubileo del 2000, poi quello straordinario della Misericordia 2015/2016, che ci hanno ricordato il cammino fatto e la partecipazione del popolo di Dio.

Un pensiero particolare per il ruolo di Don Luigi Di Liegro, animatore del Convegno Diocesano del 1974 e fondatore della Caritas di Roma, che l’Avvenire (Romasette della domenica), ha riproposto con  una famosa lettera del 17 novembre 1974, nella quale Di Liegro riassume gli impegni della Diocesi di Roma, scaturiti dopo il convegno”attese di carità e giustizia”, con un titolo significativo e molto realistico: “Proposte adeguate e possibili”, un testo che dopo 44 anni è ancora attuale, perché sembra scritto in questi giorni. Quindi il compito dell’anno dedicato alla “ memoria e alla riconciliazione”, è anche quello di suscitare esperienze di Fede, e non sono mancati eventi che sorprendono come quello di  Paolo VI, oggi Santo, può essere un esempio. La sua vita pastorale per la sua Diocesi è stata esemplare, dalle visite nei diversi ambienti di studio, di lavoro e d’incontro nella Città Eterna, alla riorganizzazione del Vicariato, dal rafforzamento della Chiesa Locale all’esortazione nel novembre 1972: “Romani, amate Roma”. L’anno pastorale della comunità cristiana ormai è finalmente in cammino!