Nel centenario del PPI ritrovare le ragioni dell’impegno politico

Ieri a Firenze si è svolto un incontro importante con Gianni Fontana e tantissimi amici riuniti nella sala Annigoni  nel Convento dei Domenicani a San Marco. 

Ieri a Firenze si è svolto un incontro importante con Gianni Fontana e tantissimi amici riuniti nella sala Annigoni  nel Convento dei Domenicani a San Marco.

Per quanto concerne il rigoglio delle iniziative e delle prese di posizione che, nella varietà di esperienze trascorse e/o recenti, potrebbero portare alla formazione di una posizione e formazione politica di vera ispirazione cristiana e di aderenza alla Costituzione, alternativa all’attuale sistema di gestione della cosa pubblica, ricordo che “aggregare” non significa mettere insieme la novità di un vero movimento d’ispirazione cristiana con coloro che, con incarichi ripetuti di governo in un periodo più che ventennale, non hanno contribuito ad affrontare con chiarezza e serietà i grandi problemi della globalizzazione e della IV rivoluzione industriale, sia che appartengano alle categorie centrodestra, centrosinistra o m5s. Coltivare i veri temi del cambiamento, significa anche ribaltamento, se si vuole, di quei palazzi della burocrazia, del parassitismo del pensiero unico che è impegnato a determinare la sottomissione di tutti noi con la potenza di disponibilità di grandi capitali, e che si propone di scambiare per merce ogni vita e ogni progetto creativo. E in prospettiva si apre anche quell’orizzonte della Pace universale di Isaia, già sostenuto da Giorgio La Pira, per il quale le armi e le spade sono trasformate in aratri.

Non è il reddito di cittadinanza e/o di inclusione, ma il lavoro,  che può permettere di affrontare e risolvere tutte le problematiche legate alla povertà, alla perdita del proprio ruolo nella società, alle necessarie innovazioni di una società globalizzata e in piena rivoluzione industriale; una società, in cui il 99% delle imprese produttive sono piccole e medie imprese (PMI), che l’economia e la finanza parassitaria che vive di rendita vogliono “ingessare” e ridurre a fanalino di coda delle attività lavorative, quando invece esse sono la struttura veramente produttiva, in grado di creare posti di lavoro e benessere sociale (due su tre nuovi posti di lavoro sono prodotti dalle PMI).

Ma occorrono “persone nuove”, dal laicato cattolico, dalla cultura laica, dalle attività produttive dell’economia reale delle PMI, dalle nuove generazioni alla ricerca affannosa e affannata di lavoro, dalle famiglie, alle quali sempre più è stato negato il loro ruolo fondamentale, garantito dall’articolo 29 della Costituzione, dai poveri assoluti (ormai oltre i 5 milioni) e relativi (15 milioni), da quella classe media di ulteriori 20 milioni che è in procinto di precipitare nei poveri assoluti e relativi.

“Persone nuove” (che avendo come bussola la Costituzione e la Dottrina sociale della Chiesa, si impegnino per servire, non per servirsi, tutti i cittadini italiani), non i rappresentanti di quei partiti organizzati nelle varie categorie associative di “centrodestra e/o centrosinistra, o movimento cinque stelle e, con essi, quei piccoli partitini cosiddetti cristiani, che approfittando della diaspora ( dicendo di essere uniti sui principii, ma non sulle implicazioni, che da essi derivano), hanno a parole affermato di riferirsi alla Dottrina Sociale della Chiesa, ma trascurandone in verità le conseguenze nel campo sociale, economico, finanziario e lavorativo, nonché quei princìpi di difesa della vita, tutela del lavoro per le giovani generazioni, difesa della famiglia, che da quei princìpi scaturiscono in maniera organica e sorgiva.

Perché se non si mettono, al centro di tutto, l’uomo fin dalla sua prima comparsa nel grembo materno, la famiglia come istituzione fondata sull’articolo 29 della Costituzione, l’istruzione per le nuove generazioni (che non sia solo scuola dell’obbligo, ma anche l’istruzione professionale e universitaria, legate entrambe  strettamente al mondo del lavoro oggi), i servizi sanitari, la casa, come luogo che compendia tutte le attività umane (le note quattro priorità di Giorgio La Pira), il rischio è che si possa sviluppare una società asfittica e non generativa, con la perdita dei grandi valori e delle grandi speranze che stanno alle radici della nostra esistenza.

Questo è il messaggio che in sintesi abbiamo elaborato insieme in questa giornata, nella speranza che nel più breve tempo possibile si possa pervenire a quel Partito d’Ispirazione cristiana al quale tante persone di buona volontà aspirano con verità e trasparenza. Grazie, Buon Anno a tutti e che questo 2019, centenario della fondazione del Partito Popolare di Don Sturzo, sia l’anno della svolta, restando sempre vicini al Signore e alla Madonna, affinché ci sostengano e ci guidino nel nostro cammino.