Noi siamo l’Europa

Purtroppo il Governo Lega/5Stelle faranno campagna elettorale contro l’Europa.

Europa! Gli Italiani sentono citare “Bruxelles ci condiziona”; “non ci interessa quello che dice l’Europa”… il fatto è che noi siamo l’Europa! Le istituzioni europee sono fondate sui voti democratici espressi dai popoli. Non è una idea virtuale ma una realtà essenziale.

Né le parole nè i numeri hanno lo stesso valore in tutti i Paese europei. I nostri governanti studino il Pil, il debito, lo spread e le consuetudini dei loro cittadini nel rispettare norme e scadenze, prima di paragonare il nostro 2,4 con quello francese, per esempio! Prima gli Italiani vuol dire non allearsi con quell’America che non vuole l’Europa, non vuole pagare la NATO, vuole mettere i dazi: è nemica dell’Italia invertendo un antico tradizionale partronage. Il PD, perse le elezioni, si è rifugiato in una opposizione ‘astiosa’ come volesse vendicarsi degli elettori che gli hanno voltato le spalle e così non ha capito che consentire a 5Stelle la saldatura con la Lega ci avrebbe condotto all’attuale livello di sovranismo antieuropeo.
Non possiamo pretendere che le cose cambino, se non modifichiamo i comportamenti: la crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi: “E’ nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato“ (A. Einstein).

Che l’Europa debba diventare diversa, è una proposizione condivisibile e condivisa dai più. Ma chi vuole dare una spallata all’Europa della austerity e delle regole burocraticamente interpretate, deve avere un progetto e una credibilità tale per ottenere consenso su una strategia. Se, invece, si insultano i Commissari europei (che sono espressione di tutti i 27 Paesi) senza far lavorare il Parlamento (eletto direttamente dai popoli europei) non si propone nessuna strada da percorrere.

Difficile anche fare paragoni con la Francia – che è una potenza nucleare e ha un seggio nel Consiglio di sicurezza – ed ha un debito pubblico ben inferiore al nostro.
Nonostante la Conferenza sulla Libia sia stata programmata e tenuta in

Italia, a Palermo, non ha potuto rappresentare una occasione di orgoglio nazionale perché è venuto meno il riconoscimento della nostra appartenenza ad una alleanza storica, necessaria, naturale come quella con la Francia, che non si è espressa nemmeno con continuità sia sull’immigrazione che sulle scelte di politica estera.

Qualsiasi argomento che riguardi la geopolitica ha implicazioni sulla politica interna. Ci sono Paesi che hanno messo in campo laboratori per studiare le infrastrutture che serviranno fra 10/20 anni, mentre da noi si vogliono bloccare quelle già previste e iniziate!

L’Italia è un Paese del G7, cioè dei sette Paesi ‘grandi potenze’, ma da sola cosa sarebbe?

Gli Stati Uniti d’Europa non piacciono ne’ a Trump ne’ a Putin, perché un continente, che avrà il Pil più forte al mondo, sarà un danno per le loro economie e per la loro influenza politica planetaria.
A fronte di orizzonti ambiziosi e straordinari si cercano consensi in Italia con una monotona lagna sulla immigrazione, immiserendo il dibattito anche su questo fronte che è davvero un nervo scoperto per il Paese e che un governo lungimirante – e cioè che pensi al futuro del Paese e non alla continua propaganda elettorale – dovrebbe gestire anche col consenso dei cittadini.
I contadini come gli imprenditori (penso soprattutto a quelli delle Regioni del nord) hanno sperimentato come la bistrattata Europa ha cambiato il loro modo di produrre e esportare. I giovani – e non solo – che viaggiano e vivono fuori dai nostri confini non possono sentirsi confinati in una ‘piccola patria’.

Il Governo si dedichi a mantenere in Italia tutti quei giovani che, formati e laureati in Italia, emigrano così contribuendo alla crescita di altri Paesi del nostro continente o più lontano. E il Sud? I giovani preparati del Sud migrano in Italia settentrionale o all’estero. Se non cresce il Sud (non con aiuti monetari modesti e contingenti) non cresce l’intero Paese. Cosa impedisce al governo, invece di offrire un sussidio, di pianificare un grande investimento di fondi strutturali europei per strutture turistiche, infrastrutture che facilitino raggiungere il Sud e le sue splendide località, e una particolare attenzione alle strutture e servizi sanitari? È accettabile che i cittadini delle regioni meridionali abbiano una aspettativa di vita inferiore di tre/quattro anni rispetto a chi vive in quelle settentrionali? Occorre coltivare una formazione strategica. Per cambiare l’orizzonte europeo serve “utilizzare” quella che chiamiamo Europa, come fosse una identità autonoma, con una visione e non come un alibi, uno scaricabarile per la incompetenza a definire ruolo, opportunità e disegno riformatore. Sarebbe un danno incalcolabile per il futuro dell’Italia – dei suoi cittadini di oggi ma soprattutto dei figli e nipoti – indebolire quel grande monumento di democrazia e pace che è stata

ed è la Unione Europea. “Se pensate che la costruzione europea sia costosa, provate con la sua disintegrazione” (un giovane imprenditore). Rifletta il nostro Governo sul fatto che anche i suoi amici di Visegrad non assecondano prese di posizione contro la Commissione in merito alle regole sulla manovra di bilancio. È talmente evidente che le regole vanno rispettate perché una loro deroga tocca gli equilibri di tutti. Se ogni Paese decidesse di scegliere il tasso di deficit, nuocerebbe a tutti gli altri e in questo momento rallenterebbe la loro ripresa. È vero che il famoso 3% è un limite convenzionale ma, fino a quando non lo si cambia con una scelta condivisa, rimane una garanzia per tutti. L’Italia si dedichi a modificare trattati e direttive – forse anche sostenendo diverse velocità di integrazione – per non distruggere un grande sogno che ci proietta in uno sviluppo socioeconomico e politico culturale, che ci manterrà ai vertici del mondo.

Purtroppo il Governo Lega/5Stelle faranno campagna elettorale contro l’Europa. Il PD e gli europeisti si sentano ancora più impegnati a preparare il futuro della ‘Nuova Europa’. Sarà importante spiegare con chiarezza, e non in politichese, quanto gli italiani perderanno con meno Europa. Ricordiamoci che esistono anche i manifesti murali e non solo i clic! Il PD acceleri il suo congresso, evitando le primarie (che sono divisive) per offrire una visione dell’Europa capace di risolvere i problemi di giustizia sociale e crescita per gli Italiani.

Un padre fondatore della Europa unita ci esorta: “Il popolo sovrano deve ormai possedere altre virtù: il senso della responsabilità di governo, la forza morale di contenere spontaneamente la propria libertà, per lasciare un posto giusto ai diritti degli altri e infine l’energia di non abusare delle istituzioni democratiche “.

(A. De Gasperi, Bruxelles, 20 novembre 1948)