NON È SOLO UN AUSPICIO, DOBBIAMO RISOLVERE LA QUESTIONE POPOLARE.

Si coglie nell’area popolare una voglia di protagonismo che negli anni scorsi non si riusciva a intravedere. Il fallimento dell'esperienza del Pd e la fine della stagione politica del “capo al governo”, potrai facilitare questo nuovo percorso dei Popolari.

Si coglie nell’area popolare una voglia di protagonismo che negli anni scorsi non si riusciva a intravedere. Il fallimento dell’esperienza del Pd e la fine della stagione politica del “capo al governo”, potrai facilitare questo nuovo percorso dei Popolari.

Armando Dicone

Il 2023 sarà, a mio modesto avviso, l’anno in cui, finalmente, si potrà risolvere la “questione Popolare” in Italia. A sinistra si continua a rincorrere il M5S, a destra si parla di un partito unico dei conservatori, con il benestare del PPE. È evidente che in questo contesto, e soprattutto per affinità programmatiche e culturali con i liberali e i riformisti, non possiamo che contribuire attivamente alla costruzione del cosiddetto Terzo Polo.

La “ricomposizione” della nostra area culturale e politica, non l’unità dei cattolici ma dei Popolari di centro, coinciderà con le ultime primarie del Pd e con l’inizio della fine della luna di miele, tra la maggioranza degli elettori e il governo Meloni-Salvini. Si tratta non solo di un auspicio, ma di una valutazione che mi permetto di condividere con chi legge, perché finalmente noto una voglia di protagonismo che negli anni scorsi non si intravedeva. Il fallimento dell’esperienza del Pd e la fine della stagione politica del “capo al governo”, faciliterà questo nuovo percorso dei Popolari.

In più occasioni, anche qui, ho tentato di spiegare perché la nostra area culturale abbia il dovere di ricostruire il centro e di conseguenza l’Italia, ma in questi ultimi mesi lo spazio politico “disponibile” ha superato il sentimento del dovere che ispirava noi “volenterosi”. Lo spazio ora va soltanto occupato, altrimenti il centro che si sta costruendo, senza il contributo dei Popolari, non sarebbe un cantiere completo. Io non so se sarà necessario un nuovo partito Popolare o più realisticamente una presenza organizzata nella federazione già costituita, quello che mi sembra utile e scontato è che la nostra proposta politica debba essere in campo.

La stagione della “polverizzazione” della nostra area politica è chiusa e archiviata, andiamo oltre. Partiamo da un censimento dei singoli e delle tante realtà che condividono tale esigenza, incontriamoci per definire la cornice culturale, elaboriamo cinque punti programmatici e infine decidiamo la formula organizzativa della nostra nuova presenza politica. È arrivato il momento di convocare un incontro online, tra chi condivide l’idea che la casa dei Popolari è al centro. Nel mio piccolo e con grande umiltà, ci sarò.