Ora l’America torni ad essere faro di libertà e democrazia

Il cardinale Wilton Gregory, arcivescovo di Washington, ha detto: «Il tono di divisione che ha recentemente dominato le nostre conversazioni deve cambiare».

In base al rapporto di collaborazione tra le due testate, Il Domani d’Italia e Orbisphera, pubblichiamo il testo integrale dell’editoriale di Antonio Gaspari, direttore di Orbisphera.

Erano in molti ad essere preoccupati per la salute mentale e le reazioni alla sconfitta elettorale dell’ormai ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Pochi, però, pensavano che si potesse arrivare al punto di assaltare e occupare Capitol Hill, il simbolo della democrazia americana, il palazzo dove i rappresentanti del popolo al Congresso si riuniscono per discutere e legiferare per il bene della Nazione.
Durante la seduta in cui le Camere riunite stavano certificando la vittoria di Joe Biden, il presidente Trump ha arringato la folla di estremisti che si erano riuniti a Washington e li ha incitati ad assaltare Capitol Hill.
Così, con la complicità di alcuni poliziotti del servizio di sicurezza, gli esponenti dei gruppi più estremisti, alcuni dei quali armati, hanno superato le transenne, sfondato porte e finestre, e guidato l’assalto al palazzo.
I lavori delle Camere sono stati sospesi, mentre i presidenti di Camera e Senato e il vicepresidente degli Stati Uniti sono stati spostati in zone di sicurezza.
La situazione è andata fuori controllo. Ci sono stati scontri con armi da fuoco. Tragico il risultato: 5 morti, 13 feriti e 80 arresti.
Su richiesta del vicepresidente Mike Pence è intervenuta la Guardia Nazionale, e dopo le 18,00 è scattato il coprifuoco.
Nelle prime ore della mattina tra il 6 ed il 7 dicembre le Camere sono tornate a riunirsi e Joe Biden è stato proclamato ufficialmente nuovo presidente degli Stati Uniti d’America.
Ciò che è accaduto a Washington ha destato sconcerto in tutto il mondo.
Ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel: «Sono triste e arrabbiata. Deploro il presidente Trump. I dubbi sollevati sull’esito delle elezioni hanno preparato l’atmosfera per gli eventi della notte scorsa…».
«La mia condanna è senza riserve – ha detto il premier britannico Boris Johnson –, Trump ha incoraggiato le persone ad agire in un modo vergognoso».
E il presidente francese Macron: «Non cederemo mai alla violenza di pochi che vogliono rimettere in discussione la democrazia».
Ha scritto Massimo Giannini, direttore del quotidiano “La Stampa”: «L’impensabile è infine accaduto. La più grande democrazia del pianeta colpita al cuore da un manipolo di rivoltosi, sobillati da un presidente ancora in carica».
Tra i cattolici, il cardinale Wilton Gregory, arcivescovo di Washington, ha detto: «Il tono di divisione che ha recentemente dominato le nostre conversazioni deve cambiare». Ed ha invitato al rispetto e alla salvaguardia di Capitol Hill: «il terreno sacro in cui le leggi e le politiche della nazione americana vengono discusse e decise».
Dopo aver pregato per le vittime, il porporato ha richiamato tutti alla collaborazione, al rispetto dei valori democratici e al bene comune.
Il reverendo Ian Sauca, segretario ad interim del Consiglio mondiale delle Chiese (WCC), ha spiegato che «la politica populista divisiva degli ultimi anni ha scatenato forze che minacciano le basi della democrazia negli Stati Uniti e nel resto del mondo». Per questo motivo – ha aggiunto Sauca – «preghiamo affinché tutte le Chiese in America abbiano la saggezza e la forza per dare una guida al Paese in questa crisi e per riportarlo sulla strada della pace, della riconciliazione e della giustizia».
Il danno per l’America è enorme. Un Paese che, fin dalla nascita, ha cercato di costruire la sua unità, identità e credibilità sui valori della libertà, della democrazia e della ricerca della felicità, è ora vilipeso e sfregiato.
Dopo aver visto che cosa è stato capace di fare un presidente in carica, il quale ha sobillato i suoi per mettere a tacere i rappresentanti di Camera e Senato eletti dal popolo, con quale autorità gli Usa potranno presentarsi al mondo come il faro della libertà e della democrazia?
Chi ha fomentato l’assalto degli estremisti è espressione di quella ideologia razzista e violenta che ha portato all’assassinio di grandi personalità come Abramo Lincoln, Martin Luther King, Robert Kennedy e John Fitzgerald Kennedy.
A questo punto è ancora più urgente che la nuova amministrazione americana si muova velocemente nel realizzare un programma in grado di superare le ingiustizie sociali, la discriminazione razziale, la violenza armata, l’abuso di potere della polizia, la pena di morte.
Il “Green New Deal” non potrà essere solo un progetto di ripresa economica ed occupazionale. Avrà successo solo se affiancato da riforme come la sanità pubblica per tutti, l’istruzione universitaria gratuita, la reale parità di diritti per le donne, gli immigrati e le popolazioni indigene.
A Joe Biden spetta il grande compito di realizzare concordia dove c’è odio e far rinascere la migliore America, quella che ha combattuto per i diritti civili, per sconfiggere la fame e il sottosviluppo nel mondo.