Intanto, da alcuni giorni, i dati sembrano piegati ai nostri desideri: in Friuli Venezia Giulia non ci sono più contagi e, per fortuna, non si registra alcuna vittima; in Lombardia, il luogo più in difficoltà, l’andamento sembra assottigliarsi in forma decisamente positiva.

C’è da augurarsi che dal prossimo mese il Paese si liberi totalmente da questo infausto fardello. Non possiamo però, brindare alla vittoria finale. Troppi casi sparsi in diverse realtà, fanno capire che il nemico può rialzare la testa. Gli Stati Uniti, il Brasile, l’India, la Cina, ma anche la Germania e il Portogallo sono li a testimoniare che quello sa riprendersi la scena.

Un segmento delicatissimo della vita nazionale riguarda il mondo della formazione. La scuola. Tre mesi di totale chiusura ha nuociuto più di quanto si creda. Non possiamo permetterci di rivivere una simile pagina. Sul finire dell’estate dovranno essere approntate tutte le misure perché, dagli asili alle università, tutti i nostri giovani possano riacquistare il gran diritto all’educazione, allo studio e alla formazione.

Essendo i luoghi scolastici, luoghi di alta concentrazione umana, sono quelli che devono essere tutelati nel miglior modo possibile. Ricordiamoci che un’aula, la cui dimensione ciascuno può immaginarsela, contiene fino a venticinque, trenta persone. Solo le discoteche, i cinema e i teatri – escludiamo gli stadi – registrano un tasso di contatto più elevato. Ma la scuola si svolge dalle otto alle tredici, quindi cinque ore di seguito, ogni giorno, tranne la domenica, gli altri esempi sono di gran lunga più contenuti dal punto di vista temporale.

Sembra ancora esserci molta confusione in questo settore. Le linee guida di comportamento, non sono a tutt’oggi state definite. Di tempo ce n’è. Ricordo solo che in questi giorni si stanno concludendo gli esami di maturità. Ho letto indirizzi inauditi. Sembrava che il Ministro, spero tanto non sia così, demandasse ai capi istituto, le modalità di attuazione delle misure preventive. Sarebbe una catastrofe.

È ben vero che ci sono istituti e istituti; scuole e scuole; strutture e strutture e che, pertanto, ciò che si farà in un edificio nuovo, magari non si potrà realizzare in uno vetusto, ma resta inaggirabile che i protocolli abbiano un’unica fonte, e il Ministro ha il sacrosanto dovere di trovare una modalità universale, che preveda pure dei gradi di differenziazione connessi ai luoghi di applicazione.

Sempre leggendo i quotidiani, vedo che la conferenza Stato-Regioni slitta, spero che la traslazione sia dettata solo dal bisogno di messa a punto delle strategie operative ministeriali.

Anch’io ho nipoti che, magari a malincuore (meglio la domenica che lunedì!), desidereranno ritrovarsi con i vecchi compagni di scuola per ricominciare una delle più belle avventure che possa capitare all’uomo: vivere assieme ai propri coetanei il momento scolastico, se non altro perché segnala la leggerezza e la bellezza dell’età giovanile.