“Per il futuro dei piccoli Comuni turistici adesso servono atti e scelte politiche concrete e non annunci propagandistici. Serve, cioè, un fondo speciale che copra, almeno in parte, la riduzione delle entrate direttamente connesse con il turismo dei piccoli comuni e per garantire un minimo di liquidità quando i flussi turistici ripartiranno. Alcune richieste sono state già avanzate al Presidente del Consiglio attraverso un appello sottoscritto da molti piccoli comuni turistici italiani. 

A cominciare dalle norme: semplificazione delle procedure per gli investimenti locali e per gli affidamenti. Inoltre, norme e garanzie che, in caso di disequilibri economici dei bilanci, siano in grado di dare certezze alle amministrazioni locali per poter rientrare dagli squilibri determinati dalla pandemia nei prossimi anni. E ancora, la possibilità di attingere non solo all’avanzo di amministrazione di parte libera e destinata ma anche a quello vincolato per affrontare con tutti gli strumenti la crisi in atto. Da non sottovalutare la possibilità di trattenere il gettito Imu destinato allo Stato e stabilire una soglia di solidarietà al Fondo per lo sviluppo e la coesione, oltre la quale bloccare il contributo dei singoli comuni. E, in ultimo, norme specifiche per la riduzione della Tari alle imprese più colpite dall’emergenza sanitaria. 

Proposte e misure che, accanto a molte altre, se non vengono accolte, rischiano di mettere in seria difficoltà il futuro di moltissimi piccoli comuni turistici. A cominciare da quelli del comparto territoriale della Via Lattea”.