Possiamo sperare che l’Italia cessi di rappresentare un’anomalia tra le grandi nazioni dell’occidente?

Ci sono segnali, a partire dalle ultime elezioni regionali in Francia, che attestano l’insofferenza e la grande mobilità della pubblica opinione. Tutto sembra di nuovo in movimento. Anche la Germania deve affrontare una sfida difficile, quella del dopo-Merkel. In questo quadro dinamico, l’Italia non può permettersi di rimanere prigioniera del populismo e della improvvisazione politica. Urge un cambio di passo.

  1. Ci sono segnali, a partire dalle ultime elezioni regionali in Francia, che attestano linsofferenza e la grande mobilità della pubblica opinione. Tutto sembra di nuovo in movimento. Anche la Germania deve affrontare una sfida difficile, quella del dopo-Merkel. In questo quadro dinamico, lItalia non può permettersi di rimanere prigioniera del populismo e della improvvisazione politica. Urge un cambio di passo.


Sono in molti che in queste ore si interrogano se le elezioni regionali francesi possano essere in qualche modo svelatrici di tendenze che si avranno dopo l
estate nelle elezioni federali tedesche e così come nel nostro Paese, che addirittura arriva a misurare giornalmente i sondaggi pur di farli valere nel mercato politico come se si fosse alla Borsa di Milano.

Daltronde, i successi e insuccessi degli schieramenti politici che si manifesteranno in Germania ed Italia, sono quelli che più influenzeranno le decisioni che si prenderanno poi a Bruxelles. Fa impressione che in Francia solo un elettore su tre si è recato alle urne e che la rumorosa Le Pen, data per favorita, sia uscita dalla competizione malconcia. I pronostici la davano fino a qualche giorno prima del voto risultati diversi, ed intanto possono ritenersi soddisfatti solo i gaullisti e i socialisti, mentre lo stesso movimento del Presidente Macron non è giunto oltre percentuali ad una cifra.

Insomma, quei pochi francesi che hanno depositato la scheda nelle urne, hanno dato il consenso alle antiche e tradizionali forze di governo, gelando le formazioni politiche che delle novità e delle promesse mirabolanti hanno fatto il perno della loro offerta politica. Da questa esperienza si ricavano tre aspetti importanti che possono facilmente confluire in una medesima categoria di valutazione: la gravissima diserzione dalle urne indica linsoddisfazione dei cittadini rispetto alle forze politiche sinora prevalenti non considerate capaci di offrire sicurezza; il ritorno del consenso a gaullisti e socialisti, la insofferenza verso nuovismo e populismo; la vistosa lastensione che segnala un elettorato guardingo alla ricerca di assetti di potere di maggiore garanzia per il futuro.

Vedremo a settembre cosa accadrà in Germania, alle prossime elezioni politiche, una scadenza ancora più significativa a causa dellabbandono dellimpegno politico di Angela Merkel, simbolo della stabilità come perno su cui si è retta la politica tedesca negli ultimi 16 anni. Se lelettorato dovesse mostrare le stesse tendenze che si sono manifestate in Francia, vorrà dire che si sta incubando un nuovo clima di cambiamento di fase, che condurrà alla ricerca di stabilità attraverso soggetti responsabili che potranno mandare a gambe allaria i populismi di ogni genere.

Il tema che sinora ha scosso e sbandato gli europei, è la sensazione amara di essere fuorigioco dalle grandi decisioni mondiali con il rischio conseguente di perdita del benessere. Ora che invece si aprono fondate prospettive per lo sviluppo dellEuropa Federale e nuove prospettive atlantistesi avverte un clima nuovo che annuncia cambiamenti in grado di dare risposte concrete agli europei e nuovi equilibri per le democrazie nei confronti dei paesi governati da autocrati, così come la ricostruzione di equilibrio politico tra le Democrazie e gli invadenti poteri della finanza e delle big tech.

Quanto al nostro paese, vivendo in ogni epoca dentro ogni turbolenza premonitrice di sviluppi di novità, già si nota linizio della corsa di soggetti provenienti dal populismo verso il centro, almeno sotto il profilo tattico. Sarà per la presenza di Draghi alla Presidenza del Consiglio, sarà per lavvento di Joe Biden negli USA, sarà per la crescita di credito della Unione Europea tra gli italiani, sembra che nel bel paese circoli nuova aria. La differenza sarà fatta però dalla attenzione e responsabilizzazione che si avrà sui dossier più delicati della ripresa economica, per fugare timori e preoccupazioni sulle sorti future del paese, rese più chiare agli occhi dei cittadini dalle difficoltà provocate dal Covid.

In mancanza di sincerità e disponibilità di queste realtà in movimento per la cultura di governo responsabile, difficilmente manovre tattiche risulteranno convincenti per gli elettori. Dunque credo che ci saranno significative novità nel futuro prossimo: per la delusione dellelettorato nei confronti della politica urlata e per laffermazione di nuovi soggetti  che sapranno dare risposte fondate alle attese dei cittadini. Se dovesse andare così, cesseremo di essere una non edificante anomalia tra i paesi occidentali