POVERTÀ SANITARIA: 390MILA LE PERSONE CHE HANNO CHIESTO AIUTO NEL 2022.

 

Diffuso il 10° Rapporto di Banco Farmaceutico. Il presidente Daniotti: «I sacrifici riguardano sempre più spesso anche famiglie non povere». 15 su 100 quelle che hanno rinunciato alle cure.

Si riporta la nota pubblicata il 14 dicembre da “Roma Sette” (Avvenire).

 

Redazione

 

5 milioni e 571mila persone, pari al 9,4% della popolazione residente. È il dato relativo alla povertà assoluta in Italia nel 2022. Di queste persone, «circa il 7% (pari a 390mila individui) si è trovato in condizioni di povertà sanitaria. Ha dovuto, cioè, chiedere aiuto ad una delle 1.806 realtà assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico per ricevere gratuitamente farmaci e cure». A rivelarlo è il 10° Rapporto sulla povertà sanitaria diffuso proprio da Fondazione Banco farmaceutico.

 

«Nonostante l’impronta universalistica del nostro Servizio sanitario nazionale (Ssn), parte consistente della spesa farmaceutica resta a carico dei cittadini – si legge nell’indagine -. In particolare, nel 2021 il 43,5% (cioè 3,87 miliardi di euro) della spesa farmaceutica è stata pagata dalle famiglie (+6,3% rispetto al 2020), con profonde differenze tra le possibilità di quelle povere e quelle non povere. Una persona indigente ha a disposizione un budget per la salute pari a soli 9,9 euro al mese – viene precisato -, mentre una persona non povera ha a disposizione sei volte tanto, cioè 66,83 euro mensili.

 

Limitandoci al budget per l’acquisto di farmaci, i poveri hanno a disposizione solo 5,85 euro, mentre i non poveri 26». Nel dettaglio, il 60% della spesa sanitaria dei poveri è destinata alla spesa per farmaci a fronte dell’equivalente 38% delle famiglie non povere. Questo perché il Ssn non offre alcuna copertura per i farmaci “da banco”, non avendo introdotto distinzioni tra chi è sotto la soglia di povertà e chi è al di sopra.

 

Le difficoltà economiche, osservano dalla fondazione, «lambiscono anche le famiglie non povere: nel 2021 hanno cercato di ridurre le spese sanitarie (rinunciando o rinviando a visite mediche/accertamenti periodici) complessivamente oltre 4 milioni e 768mila famiglie (10 milioni 899 mila persone), di cui quasi 639mila (1 milione e 884mila persone) in povertà assoluta. La rinuncia alle cure è stata praticata da 27 famiglie povere su 100 a fronte di 13 famiglie non povere su 100, per un totale di 15 famiglie su 100.

 

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