A Roma, sulla cinta del castello Sant’Angelo si vede una grandiosa statua di San Michele.

Una statua che racconta le vicende del 590 d.C. quando Roma fu devastata dalla peste.

Per porre fine alla morte nera che flagellava la città Papa Gregorio Magno ordinò delle preghiere pubbliche ed una processione solenne, per tre giorni consecutivi. Lui stesso, tenendo tra le mani l’immagine miracolosa della Madre di Dio, dipinta da San Luca, attraversò a piedi nudi, lentamente tutta la città, dalla basilica di Santa Maria Maggiore a quella di San Pietro. In quel percorso, ottanta persone caddero fulminate dal terribile flagello.

Al ritorno dall’ultima processione, mentre il Papa stava per passare il ponte del Tevere che collega la città al quartiere del Vaticano, cori angelici cantarono nell’aria queste parole: Regina caeli, laetare, alleluia ! Quia quem meruisti portare, alleluia ! Resurrexit sicut dixit, alleluia !

Nello stesso tempo, l’arcangelo Michele apparve sulla parte più alta del castello in tutto il suo splendore. Sfoderò la sua spada davanti a tutti, e questo gesto venne interpretato dal Papa come l’annuncio della fine della peste.

Subito dopo l’apparizione, la peste smise di flagellare Roma.