“Non mi considero né ateo né agnostico. Come uomo di ragione, non di fede, so di essere immerso nel mistero che la ragione non riesce a penetrare sino in fondo e che le varie religioni interpretano in vari modi”.

Norberto Bobbio è un uomo religioso, nonostante sostenga di fermarsi e di non procedere oltre. La sua e’ una visione che supera il famoso contrasto Simmaco-Sant’Ambrogio del IV secolo d. C e ci consegna un bellissimo dialogo con il Mistero. Quel Mistero che a noi cristiani ci è stato rivelato da Gesù Cristo.

Eppure anche noi, nuovi Tommaso pretendiamo il segno dei chiodi nelle mani e nei piedi del Risorto, vogliamo vedere. Ma in quello squarcio meraviglioso fra l’uomo che aspetta e il Dio della Resurrezione che invita Tommaso (cioè ciascuno di noi) a mettere il dito nel segno dei chiodi delle mani, dei piedi e del costato, c’è tutto quell’immenso amore che unisce la nostra povertà e fragilità finita alla Gloria che San Paolo ci prefigura: “ ora vediamo come in uno specchio ma poi lo vedremo così come egli è “(1 Corinzi).

Allora il tema sempre aperto dei rapporti fra etica e politica ci invita a una profonda riflessione. Il progresso dell’uomo nella scienza e nella tecnica dovrebbe essere accompagnato da una parallela evoluzione etica che riconosce, ad ogni epoca, quei valori che stanno alla base della nostra presenza nel mondo. Noi nasciamo per un atto d’amore fra un uomo e una donna: questo è il messaggio biologico, fisiologico, anatomico, umano e religioso che ci racchiude e siamo già, anche se non ancora, presenti come progetto in quel primo istante del concepimento.

La scienza dice che nel nostro DNA sono contenute le tracce di quel concepimento e le sue orme, pur restando invisibili, agiscono nel nostro futuro relazionale. L’uomo è alla continua ricerca delle proprie orme e si chiede, sempre, in ogni epoca, da dove veniamo, chi siamo e dove siamo diretti: le persone che ci hanno preceduto nella storia ci danno risposte differenti e contraddittorie. Per noi pensanti credenti nel Cristo risorto dai morti c’è una sola risposta alle inquietudini dell’uomo antico e moderno, quella che espresse Sant’Agostino: “Tu ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”. Chi può dire di non sentire questa misteriosa inquietudine? È la confessione di sant’Agostino che, dopo un’adolescenza e una giovinezza tormentata dalla passione per la verità, trova veramente Dio.

È nella Lettera enciclica Veritatis splendor di San Giovanni Paolo Il: «Non si dà morale senza libertà […]. Se esiste il diritto di essere rispettati nel proprio cammino di ricerca della verità, esiste ancora prima l’obbligo morale grave per ciascuno di cercare la verità e di aderirvi una volta conosciuta».