Questa elezione ha svelato, ancor più di quanto già sapevamo, i malanni che attraversano l’intero corpo politico nazionale. Qualcuno penserà di sottrarsi a questo giudizio analitico, ma sbaglia. Non c’è uno che possa dirsi di aver giocato al meglio le proprie carte.

È come se avessimo trascorso una settimana in un altro mondo. Totalmente distante da quello in cui adesso siamo ricaduti. Come fossimo stati tutti quanti congelati e spediti in una orbita planetari in una sorta di vacanza premio, da consumare in una giostra per adulti del tutto scombinati e vinti da qualche strana follia a cui non so dare alcun nome.

Siamo ritornati al punto di partenza. Il vecchio gioco dell’oca. Una serie di errori, uno di seguito all’altro, per ritrovarsi al nastro iniziale. Poteva andarci di gran lunga peggio. Almeno sappiamo che cosa ci capiterà al prossimo anno: gli ammiragli li conosciamo bene e sappiamo quale rotta seguiranno e fino a che punto giungeranno. Non si pensi che il neo Presidente Sergio Mattarella si comporti come quello precedente. Giorgio Napolitano fece un po’ più di anno e poi si dimise. Mattarella invece, completerà l’intero mandato. Quelli che pensano invece, che si sposterà per far posto a Mario Draghi il prossimo anno, si sbagliano. Mattarella non farà giochi di questa natura. È e resterà.

Questa elezione ha svelato ancor, più di quanto già sapevamo, i malanni che attraversano l’intero corpo politico nazionale. Qualcuno penserà di sottrarsi a questo giudizio analitico, ma sbaglia. Non c’è uno che possa dirsi di aver giocato al meglio le proprie carte. Da destra a sinistra, una fiera indecorosa d’incertezze e di grossolani errori. Se crede di salvarsi Giorgia Meloni, o pensa di aver fatto qualche sufficiente bottino Enrico Letta, stiano pur tranquilli, né l’una, né l’altro, escono da questa girandola con un giudizio positivo. Ci sono stati quelli che hanno veramente commesso gli errori da matita blu, non serve nemmeno che io li nomini, ciascuno di voi ha bene in testa quali siano costoro. Il tormento è finalmente terminato, con oggi siamo rientrati nella normalità e nell’ordinaria quotidianità politica. 

Finisce quindi questo primo mese dell’anno con qualche segnale positivo: Mario Draghi è ancora lì, Sergio Mattarella pure, il Governo non subirà significativi scossoni, ci sarà da pianificare e attuare la spesa del Pnrr, il Covid sembra aver subito qualche significativo rallentamento e possiamo, con fiducia, aprire le porte di febbraio con qualche ottimismo che sembrava, solo qualche giorno fa, del tutto fuori portata.