Dice spesso Guido Bodrato, citando Tocqueville, che quando c’è un progetto politico chiaro e definito, “un leader lo si trova per strada”. Apparentemente una riflessione semplice, nonchè coraggiosa, pronunciata in un contesto dove vanno di moda i capi, i guru e gli improvvisatori. Anche perchè non si può non essere d’accordo con l’indimenticabile Mino Martinazzoli quando, a metà degli anni duemila, ricordava che la differenza tra “la prima e la seconda repubblica è molto semplice. Nella prima c’erano i leader politici mentre nella seconda ci sono solo più i capi politici”. E Mino non ha fatto in tempo a conoscere i cosiddetti capi politici della stagione nata dopo il 2013 e culminata con le elezioni del 2018 con gli attuali vertici dei 5 stelle e via discorrendo…. 

Ho voluto citare questi due piccoli episodi perchè, anche in un contesto come quello che stiamo vivendo, caratterizzato da una drammatica emergenza sanitaria, possono decollare elementi che fanno sperare per il tanto decantato “dopo emergenza”. Almeno sul versante politico. E cioè, leader politici che senza enfasi, senza fanfare, senza propaganda e, soprattutto, senza ricorrere all’improvvisazione, sanno imporsi all’attenzione della pubblica opinione. È il caso, e lo dico senza alcuna piaggeria, di David Maria Sassoli, attuale Presidente del Parlamento Europeo. Le prese di posizione di questi ultimi tempi, compresa la recente intervista rilasciata a Repubblica sulla cosiddetta trattativa con l’Europa da parte del governo italiano per attrarre nuove risorse finanziarie al nostro paese capaci di affrontare la dura emergenza sanitaria ed economica, confermano sostanzialmente 3 aspetti essenziali e costitutivi della nuova leadership politica. E cioè, competenza, coerenza e cultura politica. Sono tre elementi che, al netto del giudizio che si può dare sulla persona in questione, definiscono le future leadership politiche che non potranno più prescindere da queste caratteristiche.

E sono anche caratteristiche che in una fase di profonda e comprensibile confusione, nonchè di marcata transizione, trovano anche nella tradizione cattolico democratica e cattolico popolare un ancoraggio certo e sicuro. Non alla ricerca di virtuali e grotteschi “partiti cattolici” ma, al contrario, alla definizione di un progetto politico che sia accompagnato da leadership politiche nè improvvisate, né populiste, nè demagogiche e nè estemporanee. Leadership politiche che siano, al contempo, anche coraggiose e con la schiena dritta, come si suol dire. E proprio nel rapporto con l’Europa, con questa Europa, emergeranno le vere leadership politiche di cui il paese ha bisogno, a prescindere dal profilo e dai lineamenti che caratterizzeranno il panorama politico dopo la drammatica emergenza sanitaria. 

Perchè quello che conta, alla fine, è il progetto politico che si incarna, come lo si declina a livello nazionale ed europeo e, soprattutto, il tasso di competenza e di spessore culturale ed ideale che lo accompagna e che lo rende credibile. E David Sassoli, oggi, può essere un leader che concretamente incarna questi requisiti essenziali per ridare nobiltà, dignità e credibilità alla politica.