Il segretario generale della Confederazione sindacale di Via Po ha riconfermato la contrarietà all’introduzione di leggi invasive su salari e orari, turni e organizzazione del lavoro, smart working, deroghe e rappresentanza. Le tutele devono crescere con il rafforzamento di istituti e strumenti che vanno definiti in sede di contrattazione tra le parti. “Oggi abbiamo la possibilità di promuovere – ha detto Sbarra – un migliore accesso al lavoro dei giovani con la formazione professionale e l’apprendistato, attraverso un buon uso delle risorse del Pnrr”.

“La vera preoccupazione di Marco Biagi, la sua vera e unica ossessione, era quella di proteggere tutti, e in particolare chi si sarebbe trovato in situazione di difficoltà, dare all’Italia nuove tecniche per regolare tutti i tipi di lavori, anche quelli atipici, rivedendo vecchie norme non più in sintonia con la moderna organizzazione del lavoro”. Lo ha detto ieri il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra concludendo l’iniziativa della Fondazione Ezio Tarantelli e del Centro Studi di Firenze della Cisl a vent’anni esatti dell’assassinio di Marco Biagi.  

“È veramente arrivato il tempo di recuperare quel luminoso monito e quell’insegnamento di Marco Biagi e costruire oggi un nuovo Statuto della Persona nel mercato del lavoro. Impegnarsi a fondo per combattere le vere “precarietà” del nostro mercato del lavoro seguendo ed aggiornando questi insegnamenti, è la migliore risposta sia all’atto barbaro che ci ha privato di Marco Biagi, sia alle tante polemiche strumentali e superficiali che ne hanno ingiustamente offuscato la figura”, ha aggiunto il leader Cisl. 

“Una sfida che il sindacato deve saper cogliere nella sua molteplicità di azioni e di alleanze, nella contrattazione in senso stretto, e in particolare in quella di secondo livello, nella concretezza dell’azione territoriale, in una cooperazione che dal locale sappia incrociare la dimensione globale”, ha sottolineato ancora Sbarra. 

“Questa è, per la Cisl, la chiave per amministrare e far progredire contenuti e tutele senza l’irrigidimento di leggi invasive su salari e orari, turni e organizzazione del lavoro, smart working, deroghe e rappresentanza. Oggi abbiamo la possibilità di promuovere un migliore accesso al lavoro dei giovani con la formazione professionale e l’apprendistato, attraverso un buon uso delle risorse del Pnrr. Dobbiamo mettere in campo per tutti, finalmente, una riforma organica degli ammortizzatori sociali in senso universalistico, come ci spiegava lo stesso Biagi e come ci ha ulteriormente insegnato la pandemia.

Promuovere reali ed estese politiche attive del lavoro, rafforzare le tutele per i lavori flessibili, inserire nel buon lavoro giovani, donne, disoccupati, in particolare nel Mezzogiorno, riducendo il troppo forte livello di segmentazione del nostro mercato del lavoro. E poi occorre una grande svolta sulla partecipazione dei lavoratori alle decisioni strategiche delle imprese. Sono queste le sfide di venti anni fa e di oggi, cui certamente si aggiungono la transizione digitale, ecologica ed energetica. 

Tutto ciò deve essere realizzato insieme, nel nome di Marco Biagi, verso il traguardo di una piena democrazia econonica, con il pieno contributo delle parti sociali, aprendoci al confronto con le migliori esperienze europee”.