Scheda | Francia, riforma delle pensioni: il governo ha fatto ricorso a una procedura straordinaria. Non è la prima volta.

In via eccezionale, la Costituzione francese consente al governo di "fare a meno" del Parlamento. È accaduto già questo autunno sulla legge finanziaria. Nella circostanza, il Servizio studi della (nostra) Corte costituzionale stilava una nota tecnica - di seguito riprodotta - per spiegare la ratio di tale procedura.

Tra il 19 e il 20 ottobre 2022, la prima ministra, Élisabeth Borne, ha annunciato che il Governo francese intende fare ricorso alla procedura di cui all’art. 49, comma 3, della Costituzione del 1958. Secondo tale disposizione, il Primo ministro «può, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, impegnare la responsabilità del Governo dinanzi all’Assemblea nazionale sul voto di un projet de loi de finances o di un projet de loi de financement de la sécurité sociale. In tal caso, questo projet si considera adottato, salvo che venga votata […] una mozione di censura depositata nelle ventiquattr’ore successive. Il Primo ministro, inoltre, può fare ricorso a questa procedura per un altro projet o proposition de loi per sessione».

Nella sua formulazione attuale, il terzo comma dell’art. 49 è frutto della “grande riforma” del 2008, che ha inteso limitare l’ambito di applicazione di questa procedura «ai testi fondamentali per l’azione del Governo» (così il rapporto Balladur, che preparò la strada alla discussione parlamentare successiva). Da allora, con la parziale eccezione dei governi Valls fra il 2014 e il 2016, il ricorso a tale procedura – in cui, secondo la definizione di Michel Debré, si può scorgere uno dei capisaldi del «parlamentarismo risanato» della Quinta Repubblica – si era fatto sporadico. 

Ora, invece, il Governo ha annunciato la sua intenzione di servirsi di questa procedura per l’approvazione sia della prima parte del projet de loi de finances – quella, cioè, relativa ai saldi di bilancio – sia della terza parte del projet de loi de financement de la sécurité sociale, relativa anch’essa alle entrate e ai saldi per il prossimo anno finanziario. Questa decisione si può spiegare con la composizione dell’Assemblea nazionale emersa dalle elezioni legislative del giugno 2022, che hanno visto la coalizione centrista favorevole al presidente della Repubblica Macron non andare oltre la maggioranza relativa dei seggi; per di più, il partito presidenziale Renaissance, perno di una coalizione di cui fanno parte anche i centristi del Mouvement démocrate e la formazione di centro- destra Horizons, ha ottenuto meno di un terzo dei seggi dell’Assemblea. Questi rapporti di forza hanno reso spesso difficoltosa l’azione del Governo in Parlamento e permettono di comprendere il significato dell’attivazione del “49.3”.

[Nota del Servizio Studi della Corte costituzionale – 24 ottobre 2022]