Se la politica non riscopre la sua vocazione

La politica è diventata la ruota di scorta delleconomia; quando questultima annaspa si ricorre alla politica come mezzo per una semplice ripartenza delleconomia. Ed è il momento in cui si affermano i salvatori.

In questo tempo buio ed incerto, una riflessione pacata ma sottile, non può non essere fatta sulla situazione politica italiana.

La drammaticità degli eventi che hanno segnato gli ultimi due anni porta ad alcune considerazioni politiche che abbracciano non soltanto il nostro Paese, ma lintero sistema mondiale.

Allindomani del secondo dopoguerra, i sistemi politici occidentali, memori dellautoritarismo nazifascista e del comunismo sovietico, si erano alleati con quella borghesia industriale e finanziaria che vedeva nel liberismo economico labbrivio per uno sviluppo complessivo delleconomia e, conseguentemente, per un miglioramento delle condizioni di vita generali.

Iniziava così quel famoso boom economicoche in Italia avrebbe attecchito negli anni Sessanta con i primi Governi di centro-sinistra: espansione economica, industrializzazione, lavoro e condizioni di vita più agiate (soprattutto per gli operai), presagivano uno sviluppo complessivo della società.

In questa corsa al benessere complessivo, quasi come raggiungimento della felicità (ma solo materiale), venivano collocati in secondordine (se non del tutto tralasciati) i problemi relativi allambiente, allinquinamento del pianeta, ai rifiuti.

La protesta giovanile del 1968, al di là delle strumentalizzazioni politiche di parte, aveva al suo fondamento un dato principalmente esistenziale: la felicità non si conquista con il semplice benessere economico e con la libertà economica. Perché? Semplicemente per la ragione che questo modo di pensare e poi di vivere conduce irrimediabilmente ad un individualismo sfrenato e, quindi, a quella competizione tra persone basata sulla pura quantità di ricchezza personale.

Dossetti diceva che lo Stato moderno non ha un fine (non solo), ma soprattutto che ha disconosciuto quel principio del Medioevo per il quale il fine dello Stato (e allora dei sovrani) era quello della felicità dei suoi componenti.

Se lessere felici significa anche essere liberi, il contrario non è proprio così (cioè lessere liberi non significa sempre essere felici).

Cosa centra tutto questo con la situazione politica? A ben guardare, soprattutto in Italia, la politica si è ridotta ad una semplice amministrazione dellesistente, a far quadrare i conti, ad iniziative tese ad espandere la produzione di beni e servizi per puri interessi economici privati ed individuali.

In sintesi, la politica è diventata ormai la ruota di scorta delleconomia; quando questultima annaspa si ricorre alla politica come mezzo per una semplice ripartenza delleconomia.

Ecco che allora arrivano dal mondo economico i salvatoriche entrano in politica per rimettere le cose a posto (soprattutto i conti).