Siamo ancora in apnea

C’è solo da augurarci che qualche saggio responsabile in Italia sappia dare un indirizzo più deciso e non rimanga in silenzio. 

Non si capisce la ostinazione del Governo italiano nel non voler affrontare, con moderazione e intelligenza, le questioni poste dalla CE, dai mercati, della Bce e dal Fmi sulla opportunità di rivedere la manovra finanziaria del governo italiano.

I Ministri italiani, in particolare i due Vice Presidenti, sono convinti della bontà delle scelte fatte e dichiarano con forza che non torneranno indietro neanche di un millimetro.

Sta di fatto, però, che i mercati penalizzano l’Italia, le borse che calano e lo spread continua a crescere. La conseguenza è che la manovra economica del Governo viene posta all’indice con il rischio concreto che anziché essere a favore del popolo sia ad esso avverso perché non crea lavoro e non assicura sviluppo. Quindi una manovra che farà crescere le tasse che ricadranno sulle spalle di cittadini e imprese.

A questo punto c’è da chiedersi come mai questa ritrosia a guadagnare un terreno più fertile per tutti. Perché per solito le persone intelligenti hanno sempre la qualità di capire i propri limiti; la persona intelligente non è mai onnipotente perché sa che si annida anche in lui, sicuramente, qualche limite e in cuor suo prega che qualcuno glielo faccia notare. Questa è la persona intelligente.

Cosa potrebbe mai, invece, animare questo Governo così contrario rispetto al buon senso?

Spiace dirlo ma qui proprio manca l’esperienza umana. È comprensibile che un trentenne, per quanto, magari, brillantissimo, non abbia vissuto quelle pagine che solitamente fan capire come sia molto istruttivo guardare ai propri possibili errori. Non è che sia già molto maturo nemmeno un quarantenne.

Il problema è che c’è un errore di fondo che probabilmente emerge: il fatto che non si può mettere tra le mani di persone così prive di esperienza un Paese come il nostro. I politici dovrebbero avere dalla loro un congruo tempo trascorso e cioè devono aver sbagliato, aver rivisto, aver riconosciuto l’errore, in buona sostanza aver vissuto.

Tra questi, Tria, il Ministro della economica, potrebbe dare le dritte per uscire dal pantano ma il coraggio non sembra essere al suo fianco.

Purtroppo, sembra quasi un gioco a poker. Ma noi non abbiamo, in alcun modo, bisogno di giocatori abili in questa disciplina.

C’è solo da augurarci che qualche saggio responsabile in Italia sappia dare un indirizzo più deciso e non rimanga in silenzio.

I capricci potrebbero portarci imperdonabili risultati.