Stop alle ricette farmaceutiche incomprensibili

l Ministero ha deciso allo scopo di migliorare la sicurezza dei pazienti, di fornire indicazioni per prevenire gli errori in terapia conseguenti all’utilizzo di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli (non standardizzati) e promuovere l’adozione di un linguaggio comune tra medici, farmacisti e infermieri.

“Gli errori – evidenzia il Ministero – conseguenti all’uso di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli possono interessare tutte le fasi di gestione del farmaco in ospedale e sul territorio. Una brutta grafia, ad esempio, può rendere difficile la comprensione di una prescrizione e causare errori nella dispensazione e nella somministrazione di una terapia farmacologica.

La prescrizione, tuttavia, risulta essere particolarmente critica, soprattutto la prescrizione verbale (compresa quella telefonica), che sebbene sconsigliata, viene tuttora utilizzata in alcune situazioni di emergenza/urgenza. Scrivere, ad esempio, il nome del principio attivo abbreviato invece che per esteso può portare a scambiare farmaco, oppure “1,0 mg” (invece che “1 mg”) può essere confuso con 10 mg”.

Per “standardizzare” l’uso di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli, la Raccomandazione ministeriale prevede che le Regioni e le Province Autonome coordinino l’elaborazione di una procedura da far adottare ad ogni Azienda sanitaria e ne monitorino l’applicazione.
Le Aziende sanitarie, che già dispongono di una procedura sull’argomento, provvedono ad aggiornarla, in accordo con le Regioni e le Province Autonome, facendo riferimento ai contenuti della presente Raccomandazione.
La procedura deve riportare le informazioni su abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli da “non utilizzare” e su ciò che va utilizzato in loro vece.