Sul cattolicesimo democratico e la fine della Democrazia cristiana. Intervista a Renato Balduzzi | Quaderno di storia contemporanea.

Sull’ultimo Quaderno di storia contemporanea (n. 72) edito dall’Isral, dedicato al tema “Anni Novanta – Crisi di sistema”, appare l‘intervista a Renato Balduzzi intitolata “Sul cattolicesimo democratico e la fine della Democrazia cristiana”. Per gentile concessione dellintervistato, pubblichiamo di seguito la premessa e poi, in allegato, il testo completo (a cura di Vittorio Rapetti).

Vittorio Rapetti

Il rapporto tra cattolici e politica, fin dall’epoca risorgimentale, ha conosciuto la presenza di diversi atteggiamenti e filoni culturali, che sovente hanno polarizzato il dibattito ed in altri casi hanno trovato punti di sintesi. In diversi passaggi è stata la dinamica politica a “dettare l’agenda” – o almeno influenzare la comprensione e l’azione socio-politica dei cristiani. 

D’altro lato, uno sguardo alla storia italiana ci fa cogliere come la stessa fede abbia animato posizioni eterogenee e orientato scelte diverse, ben prima che – con il Concilio Vaticano II – si giungesse al riconoscimento di quel “legittimo pluralismo” che ha di fatto sbloccato la tensione verso una stretta identificazione tra fede e scelta politica. Tale orientamento, ampiamente motivato sotto il profilo teologico, è però anche frutto di un processo storico, che ha visto l’affermarsi di una visione della laicità in un contesto pluralistico, tipico delle società moderne e contemporanee. Dai primi scontri tra conciliatoristi e intransigenti del Secondo Ottocento si passa all’elaborazione di una cultura cattolico-liberale e – fin dal primo Novecento – di una prospettiva cattolico-sociale. 

L’esperienza del Partito popolare di Sturzo riesce per una breve stagione a costruire una convergenza tra diverse componenti (specie rispetto all’affermazione del socialismo nell’immediato primo dopoguerra). Ma l’avanzata del fascismo vede il mondo cattolico dividersi nuovamente sul piano politico, tra quanti auspicano una possibile sintesi con la visione mussoliniana dello stato e della società, quelli che rimangono fedeli a una concezione democratica e coloro – la gran parte – che accettano la dittatura, impegnandosi a ritagliare uno spazio di autonomia per la Chiesa nel campo religioso ed educativo, attraverso l’associazionismo cattolico. I fermenti democratici nel mondo cattolico operano sottotraccia fino alla Resistenza e riaffiorano con la nascita della DC e della partecipazione sindacale. Il filone dei cattolici democratici assume un ruolo decisivo nel secondo dopoguerra, specie nella stagione costituente e con la leadership di De Gasperi, restando comunque una componente decisiva della DC fino alla sua crisi degli anni Ottanta-Novanta del Novecento. 

È proprio di questa fase che ragioniamo col prof. Balduzzi, protagonista locale e nazionale di questa cultura e sensibilità politica. Uno studioso e un intellettuale, che ha vissuto direttamente l’esperienza politica. E proprio da questo punto di vista di “osservatore partecipante” può offrire una chiave di lettura della crisi della DC.

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