Sul rapporto che da sempre intercorre tra l’azione politica concreta e l’ispirazione cristiana che deve animarla vi è un legame stretto che ne definisce la stessa laicità di tale azione.

Leggo una breve riflessione sul tema di Adriano Olivetti, certo un credente, ma non un clericale, che in materia si potrebbe definire un perfetto interprete del pensiero di Sturzo. “Il male in politica è l’uso della forza contro il diritto, è l’uso della forza contro il consenso, è l’uso della menzogna contro la verità. È, in definitiva, l’anticristianesimo o il non cristianesimo in atto”.

Questa è una chiara definizione dell’ispirazione che il Cristianesimo può donare a quanti accolgono il suo messaggio anche nel loro impegno politico. Non vi è dunque nulla di clericale, anzi è una libera aspirazione spirituale per quanti la accolgono nel loro impegno di costruttori della città degli uomini.

È così difficile intendere la laicità dell’impegno politico nella nostra tradizione culturale di cattolici democratici popolari?