SVILUPPO E ACCESSO ALLA TECNOLOGIA DIGITALE: UN TERZO DELL’UMANITÀ NON HA CONNESSIONE WEB. 

Mentre nei Paesi sviluppati ormai oltre il 91 per cento della popolazione è on line, nei Paesi a basso reddito la percentuale scende al 22 per cento. La quota di utenti di Internet è doppia nelle aree urbane rispetto alle aree rurali, così come permane un serio divario di genere: a livello globale, il 62 per cento degli uomini utilizza il web rispetto al 57 per cento delle donne. Il testo, gentilmente concesso, in profonde è stato pubblicato sull’Osservatore Romano (Sviluppo e accesso alla tecnologia digitale: un legame imprescindibile – 12 luglio 2022).

 

Anna Lisa Antonucci

La disuguaglianza economica e sociale e la mancanza di sviluppo passano anche attraverso il mancato accesso a Internet. Mentre il numero di “navigatori” è cresciuto, da pochi milioni all’inizio degli anni ‘90 a quasi cinque miliardi di oggi, 2,9 miliardi di persone, invece, ovvero circa un terzo dell’umanità, rimangono ancora non connesse e molte altre centinaia di milioni lottano con servizi costosi e un accesso di scarsa qualità che impedisce materialmente di migliorare le loro vite, fuori dal mondo digitale. È quanto rileva il nuovo rapporto dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu), l’agenzia delle Nazioni Unite per l’informazione e la comunicazione, pubblicato in occasione della Itu World Telecommunication Development Conference che si è aperta a Kigali, in Rwanda.

Il Global Connectivity Report 2022 evidenzia come, mentre un accesso facile e conveniente alla banda larga veloce è quasi onnipresente nella maggior parte dei Paesi ricchi, ampie fasce di umanità rimangono escluse dalle possibilità offerte dal web, e ciò ostacola lo sviluppo economico e amplia enormemente le disuguaglianze globali. In particolare, il rapporto punta il dito sui costi degli abbonamenti a banda larga e dei dispositivi digitali che rimane, nei Paesi in via di sviluppo, il più grave ostacolo alla connettività.

Infatti, mentre l’accesso a Internet è diventato sempre più economico nelle nazioni più ricche, il suo costo in molti Paesi a reddito basso e medio-basso, rimane proibitivo.

E dunque, mentre l’impennata della domanda di accesso a Internet legata al covid-19 ha portato on line, secondo il rapporto, circa 800 milioni di persone in più, ha anche aumentato notevolmente il costo dell’esclusione digitale, con un enorme numero di persone che, non riuscendo a connettersi, vengono improvvisamente private del lavoro, dell’istruzione, dell’accesso alla consulenza sanitaria, ai servizi finanziari e a molto altro.

I numeri forniti dal rapporto parlano chiaro e danno la misura del grave divario che persiste nell’utilizzo di Internet. Mentre nei Paesi sviluppati ormai oltre il 91 per cento della popolazione è on line, nei Paesi a basso reddito la percentuale scende al 22 per cento. La quota di utenti di Internet è doppia nelle aree urbane rispetto alle aree rurali, così come permane un serio divario di genere: a livello globale, il 62 per cento degli uomini utilizza il web rispetto al 57 per cento delle donne. È dimostrato, inoltre, sempre secondo il rapporto, che i giovani sono gli utenti più accaniti rispetto alla popolazione adulta e che più cresce il livello di istruzione più si “naviga”.

Ma con appena il 5 per cento della popolazione mondiale ancora fisicamente fuori dalla portata di un segnale mobile a banda larga, sempre off line a causa di costi proibitivi, mancanza di accesso a un dispositivo o carenza di consapevolezza, abilità o capacità di reperire contenuti utili, l’obiettivo di Internet per tutti potrebbe comunque essere a portata di mano. È necessario, sostengono gli esperti, «creare le condizioni giuste, anche promuovendo ambienti favorevoli agli investimenti, per interrompere i cicli di esclusione e portare la trasformazione digitale a tutti».

«L’accesso equo alle tecnologie digitali non è solo una responsabilità morale, è essenziale per la prosperità e la sostenibilità globali», ha affermato il segretario generale dell’Itu, Houlin Zhao, secondo il quale al centro dello sviluppo globale non può non esserci «la connettività universale, definita come la possibilità di un’esperienza on line sicura, soddisfacente, gratificante, produttiva e conveniente per tutti».