Articolo pubblicato sulla rivista Treccani a firma di Alessandro Aresu

TikTok è un social network sempre più diffuso tra i giovanissimi, assurto di recente alle cronache politiche per la diffusione capillare della parodia “Io sono Giorgia”, ispirata da Giorgia Meloni. È dunque possibile unire i punti tra il climax “sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana” e l’acceso conflitto tra Stati Uniti e Cina nell’ambito digitale, su numerosi piani. Vediamo come.

Anzitutto, TikTok conta per i suoi numeri e per i suoi dati di crescita. Secondo FT Confidential Research, ha raggiunto il miliardo di utenti più velocemente di qualunque altra app di social media, con una impressionante curva di crescita rispetto alla sua nascita, appena 3 anni fa. Già nel 2018 queste prospettive hanno portato la società cinese che possiede TikTok, ByteDance, a una valutazione di 75 miliardi di dollari.

Oltre ai numeri, conta la capacità di penetrazione del mercato occidentale realizzata da Zhang Yiming, geniale fondatore di ByteDance. Con l’aumento della tensione tra Pechino e Washington, i giganti digitali americani e cinesi si organizzano sempre più secondo una divisione del lavoro internazionale. Il mercato cinese, come avviene nel caso Huawei, si rinserra a sostegno delle imprese nazionali. I giganti americani preparano la loro negoziazione con gli apparati politici e burocratici, temono l’antitrust, si americanizzano anche per ragioni di marketing, consci che il loro governo terrà i cinesi fuori. Zhang Yiming non rispetta questa divisione dei mercati: è un sarto che ha costruito un vestito con caratteristiche cinesi (la app Douyin) che risponde al volere del Partito comunista cinese e un vestito per i mercati occidentali, apprezzato dagli utenti. La potenza di questo approccio e le sue possibilità di imitazione rappresentano di per sé un pericolo per gli Stati Uniti.

Washington ritiene che siccome ByteDance deve operare in Cina secondo le regole di Pechino garantisce il loro rispetto filtrando i contenuti politici sensibili di TikTok all’estero. L’ultima edizione del corposo rapporto al Congresso della U.S.-China Economic and Security Commission riprende l’accusa di censura sulle proteste di Hong Kong, che TikTok nega, e riporta con preoccupazione il successo della app.

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