Fonte Servire l’Italia

Nel suo libro “M – Il figlio del secolo” (Bompiani), Antonio Scurati dedica un capitolo alla
figura di Don Sturzo, quando parla del famoso Congresso del PPI a Torino nell’aprile del 1923 e le sue conseguenze: fine della collaborazione dei popolari al governo Mussolini e dimissioni del loro segretario politico imposte dal Vaticano. Scrive Scurati: “È ora di finirla con i preti in politica – ripete spesso Mussolini – (…) con Don Sturzo, questo prete politicante e deforme che non celebra mai la messa e se ne va in giro a maneggiare di bassa politica”. E precisa: Mussolini odia Sturzo al punto che, dopo la marcia su Roma, pur avendo incluso i popolari nel suo governo di coalizione, si è rifiutato di ricevere Sturzo, il fondatore del loro partito. (…) “Basta con questa eminenza grigia! – dice Mussolini – i preti vanno bene in chiesa, non devono strascicare le loro sottane nelle anticamere ministeriali!”.

E infine scrive Scurati: “I deputati cattolici sono indispensabili alla formazione di tutte le
coalizioni governative, loro provocano e decidono le crisi, loro, per volontà di Don Sturzo, nella primavera del ’22 hanno sbarrato la strada al ritorno di Giolitti spianandola ai fascisti. Adesso, però, il prete siciliano, dopo averli indirettamente favoriti prima della marcia su Roma e avere apertamente appoggiato il loro governo dopo di essa, è rimasto l’unico vero avversario dei fascisti verso la conquista piena del potere”. Sono due pagine che contengono tre falsità storiche su Don Sturzo.

1. NON È VERO CHE DON STURZO NON CELEBRAVA MAI LA MESSA”: per la Causa di
Beatificazione, decine di testimoni (su un totale di ben 153) hanno affermato di sapere (avendovi talvolta anche assistito) che il primo evento di ogni nuovo giorno del sacerdote di Caltagirone era la celebrazione della Santa Messa, sia in Italia che in esilio. Ed era una celebrazione quotidiana “sentitissima”.

. NON È VERO CHE DON STURZO ABBIA MAI CHIESTO A MUSSOLINI DI ESSERE
RICEVUTO PER UN COLLOQUIO: lo dimostra il fatto che lui, essendo sempre stato un
coerente oppositore dell’ideologia fascista, fu fortemente contrario alla partecipazione al primo governo Mussolini, votò contro nella riunione del Consiglio Direttivo, ma finì in minoranza essendo più forte – a fine ottobre ’22 – la corrente di destra del PPI. Ma sei mesi dopo, nel Congresso di Torino, prevalse la sua linea intransigente portata dal “discorso di un nemico”, come la definì Mussolini. E fu un discorso che non piacque anche al Vaticano…

3. NON È VERO, QUINDI, CHE STURZO ABBIA MAI POTUTO APPOGGIARE O
FAVORIRE L’INGRESSO DEI FASCISTI AL GOVERNO, come invece intendeva comunque
fare Giolitti, quando accettò la loro collaborazione alle elezioni amministrative del 1920,
quando nel 1921 accettò di sciogliere il suo governo per consentire ai fascisti di entrare in
Parlamento e quando – prima della marcia su Roma – aveva offerto a Mussolini di entrare nel suo eventuale ennesimo governo. Giolitti era sicuro di poter “domare” il fascismo. Ma alla fine ne fu “domato”, tanto da andare a stringere calorosamente la mano di Mussolini, quando nel luglio del ’23 lui stesso votò a favore della Legge Acerbo, che decretò la fine della democrazia parlamentare e l’inizio della dittatura.