Un gruppo di ricercatori americani – guidati da Cherri Sheinfeld Gorin, dell’Università del Michigan di Ann Arbor – ha analizzato le cartelle cliniche elettroniche di quasi 43mila pazienti che si sono sottoposti a screening per il tumore del seno, della cervice e del colon-retto a maggio e giugno 2017 – 2019, per capire come le restrizioni avessero influenzato gli screening da marzo a maggio 2020.

Prima della pandemia, i tassi di screening per i tre tumori erano in media in aumento in tutti gli Stati Uniti. Durante il lockdown i tassi di screening sono diminuiti drasticamente. Inoltre, nonostante i test a casa per il cancro del colon-retto non fossero diffusi prima della pandemia, questa metodologia è diminuita solo di circa il 65% durante la pandemia.

E con la ripresa delle attività ambulatoriali durante i mesi estivi, i medici di famiglia hanno segnalato una diminuzione dell’88% per le visite di persona rispetto al 2019. Di contro, le visite via video o telefono sono aumentate enormemente.

Negli USA sono attualmente disponibili test di screening sulle feci per rilevare il tumore del colon-retto. Dopo un risultato positivo, i medici possono seguire il paziente e programmare altri esami come colonscopia o colonografia per confermare la diagnosi. E la FDA sta valutando anche test di screening domiciliare per la cervice uterina, mentre potrebbe essere presto disponibile anche un esame da fare a casa basato su biomarcatori per il cancro del seno.