Ucraina, la presa di posizione dell’Associazione Nazionale dei Democratici Cristiani.

Pubblichiamo il seguente ordine del giorno approvato ieri dall’ANDC su proposta del suo Presidente Lucio D’Ubaldo, per altro direttore de “Il Domani d’Italia”.

Ordine del giorno 

Il Consiglio Direttivo dell’ANDC, riunitosi a Roma, ha approvato il seguente ordine del giorno.

L’Associazione Nazionale dei Democratici Cristiani 

Condivide ed apprezza 

la posizione assunta dal Presidente del Consiglio Mario Draghi sulla escalation militare nelle regioni orientali dell’Ucraina, anzitutto per il richiamo alla necessità del dialogo pur nella ferma condanna – tradotta in sede Ue  nel primo pacchetto di sanzioni – di un’operazione che segna il ritorno della Russia a una logica di tipo imperiale, con gravi rischi per la pace in Europa e nel mondo.

Sottolinea

l’importanza di una risposta dell’Occidente e della NATO correttamente graduata a misura dell’offensiva in corso, con la speranza che il voto della Duma della Repubblica russa, laddove fissa il proposito di mantenere l’esercito di Mosca entro e non oltre i confini delle “Province indipendenti” riconosciute dal Cremlino, un segnale insufficiente e tuttavia suscettibile di evoluzioni nel segno di una reale volontà di pace.

Ricorda

la consistenza ideale e politica del Trattato di Helsinki, sottoscritto all’epoca dall’URSS e tuttora vigente, che lega gli Stati al rispetto della sicurezza e della cooperazione nel più ampio spazio europeo, non limitato pertanto alle nazioni appartenenti all’Unione europea e al Patto Atlantico.  

Auspica

che l’iniziativa diplomatica del governo italiano nelle diverse sedi istituzionali, sia a livello comunitario che internazionale, quindi anche nell’ambito per esempio del Consiglio d’Europa, possa avvalersi della piena concordia delle forze politiche italiane, essendo quanto mai essenziale garantire nella delicata fase attuale la piena condivisione di uno spirito di concordia nazionale a presidio della capacità di intelligenza e governo degli avvenimenti;

Augura 

infine che anche nel dialogo promosso a Firenze (23-27 febbraio) tra Vescovi e Sindaci del Mediterraneo possa risuonare una parola convincente di pace, sulla scia della testimonianza di La Pira, così da riverberare la forza sempre attiva della speranza cristiana per un mondo senza guerra (“Jamais plus la guerre”, come ebbe a dire il 4 ottobre del 1965 Paolo VI davanti all’Assemblea dell’Onu).