Umberto Serafini: fine intellettuale, appassionato federalista europeo, “indimenticabile dimenticato” che torna a far parlare di sé

Umberto Serafini è stato un Padre Costituente Ombra dell’Europa

Chi è Umberto Serafini, classe 1916, definito anche l’indimenticabile dimenticato? Umberto Serafini è stato un Padre Costituente Ombra dell’Europa, sebbene il suo straordinario impegno non sia mai stato ripagato dalla stessa notorietà che, al contrario, ha investito Schuman, Monnet, Adenauer, Spinelli e Churcill.

Sulla intrigante ed avventurosa vicenda personale e istituzionale di Serafini ci sarebbe molto da raccontare. E tra questi uno degli avvenimenti più emblematici della sua vita e che lo hanno condotto, forse, a diventare quell’indimenticabile dimenticato è stata la prigionia in un campo inglese in India. Lì Serafini incontrò numerosi intellettuali, architetti, filologi, matematici e pittori con i quali organizzava incontri e lezioni interdisciplinari. Un’esperienza così tanto formativa ed educativa che lo stesso Serafini, come ricorda la moglie in un suo discorso, la definì una “Seconda Università”.

E in quell’università Serafini strinse parecchie amicizie tra cui quella con l’architetto Ludovico Quaroni, il quale a sua volta lo introdusse ad Adriano Olivetti. La moglie descriveva così il loro incontro: Quando, poco  più tardi,  Ludovico Quaroni  volle presentarlo ad Adriano Olivetti, fu un amore a prima vista con il fondatore del Movimento Comunità. La vita di Umberto  cambiò.  Gli si aprirono nuovi orizzonti per merito di colui che io definisco lunico  genio rinascimentale del secolo  XX. Senza  Adriano Olivetti,  lAICCRE non sarebbe mai nata.

Umberto Serafini fu infatti un tenace sostenitore del Movimento Comunità di Adriano Olivetti e partecipò, delegato dall’ingegnere, alla prima riunione costitutiva – a Seelisberg nel 1950 – del Consiglio dei Comuni D’Europa (che sarebbe in seguito divenuto Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa).

L’idea centrale del pensiero di Serafini è infatti ben riassunta nel motto Dal quartiere alla regione per una Comunità europea federale, che accompagnò dal 1975 il periodo da lui fondato nel 1952 Comuni dEuropa. In quel motto dal quartiere alla federazione europea troviamo chiaramente sintetizzati il pensiero di Adriano Olivetti – federalismo dal basso – e di Altiero Spinelli – federalismo dall’alto. Una visione questa che può essere ancora un valido punto di riferimento, come spesso affermato dall’ex europarlamentare Gabriele Panizzi e componente della Direzione nazionale dell’AICCRE, per indicare una strada verso un’Europa più a misura d’uomo dove tutti i cittadini possano riconoscersi nella diversità.

Scriveva Donato Robilotta nell’introduzione ad un quaderno europeo dell’AICCRE Lazio del 2008 intitolato “Per città a misura d’uomo. I DIRITTI DELLA PERSONA UMANA NELLA SOCIETA’ EUROPEA CHE CAMBIA”: Città a misura duomo e Stati Uniti dEuropa siano i riferimenti storici ed attuali del confronto democratico per la elezione di un Parlamento europeo che voglia concorrere a dotare lUnione europea di una Costituzione su basi federali. 

E sono proprio queste due promesse mancante – città a misura d’uomo e Stati Uniti d’Europa – la vera sfida della “Turbo-Democrazia” o ancor meglio della “Turbo-Demoicrazia”. Perché se vogliamo creare una vera Federazione ogni popolo (ogni Comune, ogni Città, ogni Regione, ogni Stato) dovrà preservare la propria diversità. L’Europa non sarà mai un popolo (un demos) ma un insieme di popoli (demoi) che non perdono le proprie peculiarità ma che si riconoscono in un’identità comune.