In base al rapporto di collaborazione tra le due testate, Il Domani d’Italia e Orbisphera, pubblichiamo il testo integrale dell’editoriale di Antonio Gaspari, direttore di Orbisphera.
Alcuni avevano ipotizzato che la spinta al rinnovamento della Chiesa da parte di papa Francesco si fosse affievolita.
In realtà il Pontefice sta avanzando velocemente in tutti i settori che facevano parte del suo programma di Pontificato: rinnovamento della pastorale, dialogo interreligioso, riforma della Curia, attenzione ai poveri, ai migranti e ai discriminati, conversione del sistema economico, ricambio delle strutture.
A questo proposito, in maniera del tutto inaspettata, ha annunciato la nomina di tredici nuovi cardinali.
Tra questi, sei italiani, tre dei quali votanti in un eventuale conclave. Tutti i nuovi cardinali sono inaspettati, vale a dire che nessuno aveva minimamente pensato che potessero essere nominati all’alta carica cardinalizia.
Una novità assoluta la nomina dell’arcivescovo di Washington Wilton D. Gregory, il primo afroamericano che diventa cardinale.
Monsignor Gregory è stato citato recentemente dalla stampa mondiale perché ha criticato Donald Trump in visita al santuario di San Giovanni Paolo II.
L’arcivescovo ha detto che «la volontà di ospitare il presidente presso il Santuario di San Giovanni Paolo II, dopo che l’amministrazione Trump ha ordinato una repressione delle folle che protestavano per la morte di George Floyd, è stata dolorosa e inappropriata».
Insieme a Gregory, i nuovi cardinali sono: Mario Grech, già vescovo di Gozo, segretario generale del Sinodo dei Vescovi; Marcello Semeraro, appena nominato prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi; Antoine Kambanda, arcivescovo di Kigali, Ruanda (durante la guerra del 1994, Kambanda ha visto uccisa tutta la sua famiglia); Jose Fuerte Advincula, arcivescovo di Capiz, Filippine, membro della Commissione per la Dottrina della Fede e della Commissione per le Popolazioni indigene; Celestino Aós Braco, arcivescovo di Santiago; Cornelius Sim, vicario apostolico di Brunei; Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino; il francescano Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi.
Nominati cardinali anche gli ultraottantenni Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito di San Cristobal de las Casas (Messico); Silvano M. Tomasi, nunzio apostolico; Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia; Enrico Feroci, parroco a Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva.
Durante il suo pontificato, Francesco ha creato 88 nuovi cardinali (70 elettori e 18 non elettori) provenienti da 56 nazioni, 16 delle quali non avevano mai avuto in precedenza un cardinale.
Mai nella storia il Collegio cardinalizio aveva avuto porporati provenienti da così tanti Paesi. Mai tanti cardinali provenienti da Paesi poveri.