La scelta del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di dare un incarico esplorativo al presidente della Camera, Roberto Fico, ha un preciso valore politico.

Il capo dello Stato, in sostanza, ha già registrato che le forze politiche che hanno sostenuto sino a qualche settimana fa il governo di Giuseppe Conte sono concordi su un fatto preciso: il rifiuto di nuove elezioni anticipate e la volontà di proseguire nell’esperienza di governo giallorosso.

Questo dato di fatto non è secondario, perché fa rientrare a pieno titolo anche la pattuglia di Matteo Renzi all’interno della maggioranza, insieme al nuovo gruppo parlamentare dei responsabili e degli europeisti.

L’ex sindaco di Firenze sta giocando tutte le sue carte, forte della consapevolezza di essere indispensabile alla creazione di una maggioranza stabile a supporto del nuovo Governo.

E dopo aver intascato la prima mano nel rientrare a pieno titolo nella maggioranza, Renzi gioca adesso la seconda mano per un nuovo presidente del Consiglio: in tal modo si consumerebbe la sua vendetta politica nei riguardi di Giuseppe Conte, reo di non aver mai valutato le proposte che provenivano dal partito Italia Viva.

Riuscirà il politico fiorentino in questo suo nuovo tentativo di destabilizzare la maggioranza giallorossa? L’asso nella sua manica è costituito proprio da Roberto Fico. Quest’ultimo, si sa, è molto vicino al Partito Democratico e, sin dall’accordo tra M5S e Lega, aveva esplicitato chiaramente tutta la sua contrarietà verso questo tipo di maggioranza.

Ecco che allora l’incarico esplorativo al presidente della Camera dei deputati potrebbe trasformarsi in una investitura a pieno titolo per la formazione di un nuovo Governo e, dunque, la sua missione si trasformerebbe da esplorativa a politica. Un Fico vale più di un Conte!

Certo, si tratta di un’operazione politica non facile, ma nemmeno impossibile. A favore di Renzi gioca un fattore non secondario: la contrarietà non solo del M5S e dello stesso PD ad elezioni anticipate, ma anche della stragrande maggioranza dei parlamentari di entrambi gli schieramenti politici.

In più, dalle dichiarazioni del Capo dello Stato è emersa chiaramente la necessità di dare al più presto un Governo stabile al nostro Paese, al fine di poter affrontare con pieni poteri la crisi sanitaria, sociale ed economica. E non di meno per utilizzare i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea.

La strategia renziana potrebbe riuscire proprio in virtù di queste considerazioni non secondarie e darebbe maggiore visibilità politica e di potere alla piccola pattuglia di Italia Viva.

Ma, al contempo, nel Partito Democratico non mancano sotterfugi e strategie per mettere in crisi questi tentativi e guadagnare la pole position per Palazzo Chigi.

In panchina Dario Franceschini sta già scaldando i muscoli e, da buon doroteo con la vocazione a sinistra, aspetta che falliscano i vari tentativi per poi uscire dal suo guscio di cristallo.

Probabilmente questo è anche il volere di Matteo Renzi che in questo modo indebolirebbe ancor di più il M5S a suo vantaggio.

Certo, la crisi ancora non si stabilizza e nei prossimi giorni verranno a galla tutti i tatticismi dei tre partiti che compongono l’attuale maggioranza.